Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Pasquale Curatola ferire ad ogni cittadino la facoltà di eccitare direttamente il giudice allo ius dicere, senza passare attraverso il filtraggio del _Pubblico Ministero, significherebbe sollecitare la partecipazione attiva dei cittadini all"amministrazione della giustizia, rompere quella deplorevole mentalità, purtroppo così diffusa, secondo la quale si mena vanto se si riesce a trascorrere la vita senza mai entrare in un'aula di giustizia, neanche per far da testimone! I giuristi sanno benissimo che l'ordinamento già conosce forme, sia pure imperfette, di azione popolare, e poiché molto spesso si mostra tanto ossequio verso il diritto romano, mi si consenta di ricordare che l'istituto dell'azione popolare rimane gloria dei Romani, ed in parte li assolve dal·l'accusa mossa da Enrico Ferri, di essere stati giganti nel diritto privato, ma pigmei nel diritto penale. L'altro obiettivo da conseguire, è la creazione di un vertice centrale del Pubblico Ministero collegato con quell'organo dello Stato, il Parlamento, che è espressione della sovranità popolare, centro di sintesi e di irradiazione di tutte le istanze democratiche. In una democrazia repubblicana, la missione del Pubblico Ministero deve, io penso, consistere essenzialmente nel raccogliere, rappresentare, far valere, nel dibattito processuale, dinanzi al giudice, gli interessi collettivi, e che pertanto, la sensibilità di recepire, interpretare, difendere tali interessi, che diversamente si colorano, e variamente si atteggiano in una società, come la nostra, in rapida, tumultuosa trasformazione e sviluppo, non possa né debba essere abbandonata alla mercé di granduchi la cui condotta, come titolari dell'azione penale, se spesso si è rilevata prudente e ragionevole, non poche volte si è mostrata, cd in futuro potrebbe ancora mostrarsi, arbitraria ed irrazionale. Del resto, a voler saggiare, realisticamente, il contenuto degli interessi collettivi di cui il Pubblico Ministero è portatore, si scorgono, nitidamente, le implicazioni e le connessioni politiche di cui gli interessi medesimi sono irrorati: e così, l'intervento o l'inerzia rispetto a determinati settori della vita amm.inistrativa, economica, sociale del Paese, la tempestività od il ri,tardo con cui si pongono in moto i delicati ingranaggi della giustizia penale, la presa di posizione rispetto a manifestazioni di singoli o di intere collettvità, costituiscono, indubbiamente, atti di volontà politica, talvolta di enorme portata. Ed è canone fondamentale di civiltà costituzionale, che ogni atto che abbia contenuto politico, sia sottoposto al controllo democratico dell'organo depç>sitario della sovranità popolare, di fronte al quale l'autore dell'atto . può esser chiamato a rispondere. I motivi rassegnati, militano, a mio fermo avviso, a favore del Pubblico Ministero collocato alla sommità della scala gerarchica di tutti gli uffici periferici, e collegato al Parlamento, direttamente, o tramite l'Ese104

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