Cronache meridionaliste e causale serie di opere pubbliche»; 2) che i fondi destinabili al finanziamento dei « progetti speciali » siano ridotti « a modeste entità». Da queste preoccupazioni è animata una mozione che i deputati socialisti hanno presentato in questi giorni alla Camera, chiedendo al governo tempestivi e adeguati chiarimenti. E poiché non si tratta di preoccupazioni infondate, è opportuno accertare le ragioni dell'una e dell'altra. Per quanto riguarda la preoccupazione che i « progetti speciali » non siano quelli che ci si aspettava che fossero (e che, addirittura, con la formula innovativa dei « progetti speciali », si voglia coprire una tradizionale politica di opere pubbliche, magari condizionata da pressioni elettoralistiche), essa ha preso corpo da quando, in agosto, è stato preannunciato il primo elenco di « progetti speciali» approvati dal CIPE: 21 progetti, fra i quali facevano spicco quelli dei porticcioli turistici da seminare lungo le coste dei due versanti dell'Italia meridionale. Si è detto con malizia che la scelta dei porticcioli, in termini di priorità che interessano il Mezzogiorno, si presenta come l'equivalente della TV a colori. Non che i porticcioli non possano avere una funzione di qualche rilievo ai fini del richiamo di correnti turistiche; ma si è avuta l'impressione che, se per i porticcioli turistici si ricorre alla formula dei « progetti speciali », quest'ultima subisce un declassa1nento rispetto alle ambizioni che l'avevano suggerita. Inoltre, fra i 21 progetti già approvati, ve ne sono che riguardano l'apertura di nuove strade per le quali, indipendentemente da ogni considerazione relativa alla loro utilità, pure sembra che non fosse il caso di ricorrere alla formula - che si vorrebbe più impegnativa - dei « progetti speciali ». Si aggiunga, infine, la considerazione che i più interessanti fra i progetti già approvati dal CIPE non risultano corredati da soddisfacenti informazioni. Se ne deduce, ovviamente, che non siano progetti già formulati, ma soltanto idee di progetti da formulare. Di qui l'affermazione drastica dei deputati socialisti: che questi progetti « non possiedono i requisiti fondamentali di organicità, intersettorialità ed interregionalità di cui all'articolo 2 della legge n. 853 ». È una condanna che, proprio perché troppo drastica, e generalizzata, perde parte della sua efficacia. Si deve distinguere: fra progetti - o, meglio, idee di progetti - che non meritano di essere condannati (così, per esempio, i progetti per la produzione intensiva di carne, per l'agrumicoltura siciliana, per la utilizzazione intersettoriale delle acque in Puglia e Basilicata) e progetti che, tirati fuori da qualche cassetto e presentati come « speciali», risultano privi di valore strategico ai fini dello sviluppo economico e civile del Mezzogiorno e quindi non conformi alla 65
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