Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Argomenti duceva una nuova ed importante discri1ninante: quella della colpa, che sarebbe ritornata in progetti susseguenti. Il progetto Villa stabiliva infatti l'inammissibilità della richiesta di divorzio da parte del coniuge colpevole e, nel caso di separazione per adulterio, il divieto del colpevole di sposare il correo. Sebbene tecnicamente completo e concettualmente moderato, il disegno non andò mai alla discussione parlamentare ed analoga sorte ebbe quando, nel 1883 fu riproposto dallo Zanardelli. La causa principale del fallimento dei progetti Villa fu, bisogna ricordarlo per obiettività storica, la violenta reazione dei cattolici che, attraverso l'opera dei Congressi, avevano raccolto ( è una vecchia abitudine!) oltre due milioni di firme per premere contro il divorzio 7 • Bisogna comunque riconoscere che 1 la gran maggioranza della dottrina civilistica (Gianturco, Salandra, Gabba, Polacco, Martirolo) fu violentemente antidivorzista e che i letterati non contribuirono invece a dare al divorzio favorevole popolarità, tanto da passare dallo scetticismo di Grazia Deledda alle fosche rappresentazioni di Alfredo Oriani. Dopo un periodo di accese discussioni, cui corrispose il ristagno delle proposte di legge, veniva presentato il 6 dicembre 1901, un complesso disegno sul divorzio degli On. Berenini e Borciani. Esso distingueva le cause di divorzio in tre categorie: giudiziaria (condanna ad almeno 10 anni di reclusione, separazione legale per 5 o 3 anni se dal matrimonio non sono nati figli), morale (separazione di fatto per lungo periodo e manifesta impossibilità di riconciliazione), medico-legale (infermità di mente insanabile, impotenza sopravvenuta). Il progetto sebbene caldeggiato dal primo 1ninistro Zanardelli e dal guardasigilli CoccoOrtu, decadde per chiusura della sessione. Nel 1903 furono proprio Zanardelli e Cocco Ortu a farsi promotori di un disegno di legge che, ammettendo quali cause di divorzio l'adulterio, il volontario abbandono, le sevizie, minacce e ingiurie gravi, la condanna ad oltre vent'anni di reclusione, introduceva, ricalcando il progetto Villa, la discriminante della colpa. Il progetto, che era di iniziativa governativa, terrorizzò i cattolici che subissarono di firme (questa volta tre milioni) il Parlamento chiedendo la reiezione del progetto. In questa occasione i cattolici incentrarono le loro petizioni sul tema populista dello Stato che vuole sottrarre agli umili il loro unico tesoro, cioè la famiglia, convergendo così, strumentalinente, verso la posizione indifferente dei socialisti propensi a considerare il divorzio un fatto esclusi~ vamente borghese. Il risultato di ciò fu, com'è facile immaginare, che anche questo progetto decadde con la fine della legislatura. 7 Ungari, Il diritto di famiglia in Italia. Bologna 1970, pag. 164. 109

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