Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Annamaria Gentile l'altro le preferenze che le autorità portuali dànno a soluzioni che evitino pericoli di inquinamento. Così le raffinerie dell'area di Anversa ed Amburgo, in passato rifornite via mare, sono attualmente approvvigionate mediante oleodotto rispettivamente da Rotterdam e da Wilhemshaven. L'oleodotto. Rotterdam-Anversa ha una capacità iniziale di 28 milioni di tonnellate/anno e finale di 36 milioni ed è stato terminato nel 1971. Questa linea tuttavia appartiene ad alcune compagnie che intendono utilizzarla solo per il loro fabbisogno, per cui è sorta l'esigenza di costruire una condotta che colleghi Anversa ad un porto della Francia Settentrionale: Dunkerque o Le Havre. I motivi della scelta di un porto francese anzicché di Rotterdam sono molteplici, fra questi vi è il desiderio delle autorità locali di diversificare le direttive di approvvigionamento e di limitare i rischi di collisioni e di inquinamenti assai frequenti nella Manica a causa del traffico sempre più intenso. Il secondo motivo che ha determinato la scelta di un porto francese è che i porti di Dun kerque e Le Havre potranno essere in grado di ricevere prima dell'Europort la terza generazione di navi cisterna gi.ganti (500.000 tonnellate). L'oleodotto Wilhemshaven-Amburgo avrà una capacità di 20-30 milioni di tonnellate/anno e la sua realizzazione costituisce un ulteriore esempio della concentrazione delle infrastn1tture portuali petrolifere in atto nell'Europa Settentrionale mentre le aree portuali minori acquisiscono quasi una configurazione di aree interne dal punto di vista dell'approvvigionamento del greggio. Per quanto riguarda gli « oleodotti per prodotti», c'è da osservare che in Europa essi hanno avuto sviluppo minore di quelli per greggio e questo per molteplici ragioni. Innanzitutto le qualità di _raffinato che vengono trasportate sono inferiori a quelle di greggio e quindi le installazioni debbono avere dimensioni inferiori pur richiedendo investimenti di capitale più alti per unità di prodotto. In secondo luogo, gli oleodotti per prodotti devono avere molti punti di emissione e quindi sono usati al disotto delle loro capacità. Infine, a parità di dimensioni delle condotte, quelle per prodotti richiedono comunque investimenti più ingenti perché necessitano di installazioni elaborate nei punti di immissione e ai terminali e di un maggior numero di strumenti di controllo per minimizzare le mescolanze. Da tutto ciò scaturisce che le economie di scala non sono sempre favorevoli agli oleodotti per il trasporto dei raffinati rispetto agli altri mezzi tradizionali. Questi ultimi, infatti, essendo più flessibili rispetto alle quantità trasportate, risultano più economici per il trasporto di piccole quantità e per il trasporto di prodotti troppo viscosi come gli olii pesanti che non possono agevolmente esse.re pompati attraverso le condotte e che, d'altra parte, sono largamente usati in Europa. È questa dunque un'ulteriore causa del mancato sviluppo di tale mezzo di trasporto mentre, ad esempio, negli USA, dove gli olii combustibili pesanti sono stati in gran parte sostituiti col gas naturale, la rete delle condotte per prodotti si è estesa in misura considerevole. 56

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