Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Cronache parlamentari dagli operatori del settore. Le decisioni adottate in tale occasione dagli organi della Programmazione equivalsero, invece, ad autorizzare tutte le richieste formulate. Nella realtà, tuttavia, soltanto alcuni dei progetti allora ventilati hanno trovato successiva attuazione; con il che, in pratica, la selezione è stata rùnessa al gioco delle strategie aziendali degli operatori interessati, ed è venuta a mancare una strategia di programmazione. Comunque è da allora che il settore chimico è divenuto oggetto costante di attenzione da parte dello IASA1, il quale ha cercato - anche con una serie di indagini svolte a livello nazionale ed internazionale, talvolta in collaborazione con gli organi della Programmazione - di studiarne i problemi, le prospettive e le condizioni di sviluppo, in vista di possibili realizzazioni nel Mezzogiorno. Vorrei sottolineare come, attraverso il lavoro svolto, siano stati individuati gli aspetti più caratteristici della nostra industria chimica, tutti rilevanti ai fini delle ulteriori prospettive di sviluppo nel Mezzogiorno. Mi riferisco, in particolare, allo scarso sviluppo qualitativo delle produzioni chimiche, conseguente ad un prevalere dello sviluppo quantitativo delle produzioni primarie e di massa rispetto a quelle della chimica derivata e, in particolare, della chimica fine, così come pure al prevalere, nell'ambito delle stesse produzioni primarie, di una scarsa diversificazione e di un n1inore sviluppo delle produzioni più pregiate. Tutto ciò ha contribuito ad una decrescente competitività dei prodotti nazionali all'estero ( riscontrabile, ad esempio, nella dùninuzione dei flussi commerciali di esportazioni, specie per i fertilizzanti e le materie plastiche), così anche come sul mercato interno, ove si assiste ad una crescente penetrazione di prodotti chimici stranieri a più alto valore specifico. Si ha cioè che il rapporto tra i valori unitari dei prodotti importati e di quelli esportati è nettamente sfavorevole alla nostra produzione. Sotto questo profilo si può affermare che le difficoltà congiunturali della chimica in Italia sono in larga misura direttamente collegate alle caratteristiche strutturali del settore. In effetti il rallentamento produttivo dell'industria chin1ica italiana ha co1ninciato a manifestarsi dall'inizio degli anni '60, almeno in termini di ritmi di sviluppo inferiori a quelli registrati nel resto del mondo attorno a quegli anni. · In un più ampio contesto, non mi sembra possa sostenersi che l'industria chimica italiana si sia sviluppata troppo; sono piuttosto gli altri settori industriali (meccanica, elettronica, ecc.) ad essersi sviluppati meno di quanto avrebbero potuto e dovuto in un quadro program35

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