Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

ivf.anlio Di Lalla La pri1na linea di tendenza era portata avanti dalla testimonianza di quella che più tardi venne definita la generazione degli anni difficili. Il nucleo centrale di questa testimonianza era costituito dalla denuncia delle complicità, appunto, della cultura liberale con il fascismo e con tutto un clima spirituale che avrebbe preparato il fascismo 8 • Non solo lo spiritualismo cosiddetto cristiano, che aveva civettato con il cattolicesimo e con l'ideaUsmo, veniva preso di mira, giustamente, ma veniva contestata tutta la parabola idealistica, non solo quella che era stata più direttamente complice del fascismo, ma anche la con1.ponente che, nelle sue ambivalenze e antino111ie, avrebbe voluto irrobustire il tracciato democratico del nostro riformismo. Da questo punto di vista, gli interpreti più tonnentati della generazione degli anni difficili accettarono la tesi di Ugo Spirito sul1a funzione globale che avrebbe avuto il neoidealismo italiano nella preparazione del fascismo. S'intende, però, che lo spirito della denuncia doveva essere molto diverso. Venivano, è vero, salvati i presupposti illurr1inistici di una democrazia da articolare nel dopoguerra, le cui strutture essi non avevano ben chiare, né dal punto di vista istituzionale, né, tanto meno, sul terreno del pluralismo politico. Tuttavia, lo stesso illun1inismo, nella sua accezione di antifascismo romantico, era considerato con diffidenza 9 • La dimensione illuministica che gli interpreti più conseguenti della generazione degli anni difficili accettarono era quella, per così dire, di frontiera, cioè un illuminismo dissacratore e di rottura, poco preoccupato, in altri termini, dell'esigenza di continuità cli tutto un discorso culturale. Basti rileggersi, a distanza ài tanti anni, le considerazioni sull'illuminismo di Giaime Pintor per avere la misura, appunto, di un clima 10 • Ma, a parte le considerazioni di Pintor, là dove prevalse un desiderio di continuità di un deterrninato discorso culturale, si ritenne di farlo, ma sempre finalizzando in funzione del globale salto di qualità. La disposizione « illu1ninistica » della rottura ad ogni costo prevalse quasi sempre, nonostante l'esigenza di recupero di un certo passato. IJ discorso culturale di altri due interpreti della generazione degli anni difficili, come Felice Balbo e Vittorini, è sintomatico in proposito. Felice Balbo che, nelJa polemica a fondo contro i padri Bresciani dello 8 Sul clima cli rottura nei confronti della vecchia cultura da parte della generazione degli anni difficili cfr. l'introduzione di Ugo Spirito alla sua Critica della democrazia, SJnsoni, Firenze 1963. · 9 Sulla differente dimensione psicologica tra l'illuminismo prefascista romantico e carica d'urto dell'antifascismo della generazione degli anni difficili considerazioni perspicue sono state fatte da Augusto del Noce in Eric Voegelin e la critica dell'idea di modernità, Saggio introduttivo a La nuova scienza politica di Eric Voegelin Borla, Torino 1968. ' 1° Cfr. di Gi.aime Pintor. Il sangue d'Europa, Einaudi, Torino 1950. 108

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