Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

Il battesinw di Mar .x anche se recente, non è però recentissin1a: lasciand0 da parte le più antiche, quali quelle, ricordate appunto da Jemolo, di Don Albertario che « vedeva i proletari fare le vendette della Chiesa contro la borghesia liberale ed atea »; o di Romolo Murri con il quale una parte del pensiero cattolico « entrava nella scia di un radicalismo che si sarebbe volentieri accostato al socialismo, se questo non avesse avuto un'invincibile paura dell'acqua santa »; lasciando da parte queste, dicevamo, per venire ai nostri giorni, non è, come molti credono, dal pontificato di Giovanni XXIII e dal Vaticano II che tali tendenze hanno iniziato a farsi strada. Gia nel 1955, - in piena età pacelliana, dunque - un domenicano francese (che se non andiamo errati è stato uno dei più autorevoli redattori della Mater et Magistra), M.D. Chenu, pubblicava un volumetto dal titolo Pour une théologie du travail, in cui il rapporto fra il cattolicesin10 e il comunismo di Marx veniva apertamente affrontato: e l'abbozzo di soluzione proposto dallo Chenu lasciava facilmente intuire - alla maniera del Merleau-Ponty di Humanis1ne et Terreur -- una sorta di « préjudice favorable » nei confronti del marxismo. Il padre domenicano, infatti, rilevava che « le communisme n'a pas seulement le caractère d'une farce historique sociale et politique; il comporte une vision générale des choses et de l'homme, il s'édifie à l'intérieur d'un univers total de foi et de pensée. C'est à une revolution spirituelle que nous assistons, au sein meme d'une révolution économique ». Solo che questa rivoluzione spirituale, questa novella « découverte de l'homme », fondatrice di un nuovo umanesimo dal momento che « l'émancipation du travail est Je retour à l'homme », solo che questa rivoluzione, dicevamo, « fut dans l'athéisn1e »: ed è qui che « le chrétien, sensible jusque-là aux intuitions de Marx, est mis en arret ». Era quindi per lo Chenu n1otivo di rimpianto la manifesta impossibilità di « baptiser » Karl Marx, di non potere operare sul pensiero dell'autore del Manifesto quella riduzione operata da San Tommaso sul pensiero di Aristotele: quest'ultimo, infatti, « n'est pas fermé à la transcendance camme l'est Marx» il quale quindi non sembra agevolmente prestarsi a un'impresa di questo genere. Ciò tuttavia non jmpediva al padre Chenu di indicare una via precisa, anche se piena di difficoltà-: « Ce qu'il faut surtout, - scriveva infatti - en doctrine camme dans l'action, c'est rendre vain le mobile marxiste du matérialisme, et établir que la religion n'est pas une aliénatione de l'humanité. Liquider une conception par trop anthropomorphique de Dieu (celle 7

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