Da Fanfani a Scelba Pella, che vuol « tonificare » il Governo, questi punti irrinunciabili: la nuova combinazione ministeriale deve conservare le caratteristiche della precedente, senza qualificarsi né a destra, né a sinistra; non più di 5 o 6 avvicendamenti n1inisteriali, altrimenti bisognerà aprire la crisi; programma di Governo indirizzato verso pochì e ben precisati obiettivi (lotta alla disoccupazione mediante lo sviluppo della politica degli investimenti): scelta dei collaboratori limitata a persone il cui atteggiamento politico non possa essere preso come indice della caratterizzazione del Governo. Il dissidio tra De Gasperi e Pella è forte 3 • L'anno prima (agosto 1953), Pella era riuscito a formare il Governo proprio grazie a De Gasperi che da Sella Valsugana aveva impedito la sollevazione - contro di lui - dei quadri direttivi della DC. Ma allora Pella si era impegnato a non andare oltre l'appoggio « non sollecitato » e « non interessato» dei monarchici. Adesso è pronto a imbarcarli nel Governo e a fare ministro Covelli. C'è non solo la necessità di difendere la politica del Centro democratico come politica di prospettiva (De Gasperi aveva sempre definito la DC « un partito di centro che va verso sinistra » ), ma anche la necessità di impedire al Paese una involuzione istituzionale visto che il PNM non ha ancora rinunciato al1a pregiudiziale 1nonarchica. Riuscirà Pella a capire queste cose? De Gasperi è deciso a fargliele capire a tutti i costi. Val la pena ricordare che molto scalpore suscitò, in quei giorni, l'errore tecnico in cui incorse la TV la quale, evidentemente ancora in fase di sperimentazione, trasmise un brano del colloquio De Gasperi-Andreotti. Dove la TV non arrivava, i cittadini furono informati di questo errore dai giornali. « Il Mattino » pubblicò, il 6 gennaio, questa corrispondenza da Roma: « I cittadini che stavano osservando le trasmissioni della Televisione ieri sera, hanno sentito, ad un certo punto, dall'altoparlante dell'apparecchio, voci strane che nulla avevano a che fare con le iinmagini proiettate sullo schermo. 'Bisogna farlo capire a Pella ', diceva una voce. 'Glielo faremo capire ', replicava una seconda voce. Aveva del misterioso questo strano scambio di idee. E si è saputo, poi, che si trattava delle parole che si andavano dicendo, al telefono, il segretario DC on. De Gasperi e il candidato al Ministero senza portafogli per lo Sport e la Gioventù on. Andreotti. 3 Nel libro: De Gasperi e il suo tempo, edizioni Mondadori, Giulio Andreotti sostiene che sarebbe « un errore storico» pensare che fu De Gasperi a far cadere Pella. Tuttavia Andreotti ammette che c'era un solco tra i due ùomini politici, solco che Pella contribuì ad aggravare « appoggiandosi - per la qualificazione del suo Ministero - più che sulla Direzione del partito, su quel gruppo di consiglieri che non avevano votato per De Gasperi nel Consiglio nazionale del settembre 1953 ». 97
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