La 1nodernità di Tocqueville insufficienze e le inadempienze della più recente esperienza politica europea (soprattutto in Francia, benché non apertamente invocato, il dispotismo era effettivamente nelle speranze di molti), e di indicare, nello stesso tempo, per quali strade dovesse passare l'autentico progresso democratico, in che cosa dovesse consistere una vera democrazia liberale. Stimolante è a questo proposito l'opinione di Matteucci 13 , il quale riconosce in Tocqueville lo « scienziato politico » che, riprendendo e rinnovando la tradizione di Montesquieu, reintroduce il metodo comparativo nell'indagine sui sistemi politici, e che, nel serrato confronto fra le istituzioni del Nuovo e del Vecchio Mondo, si sforza di rinvenire i tests di uno stesso fenomeno storico: la rivoluzione democratica. Ma la lettura « politologica » di Tocqueville non va comunque forzata, né la si deve estendere ai vuoti criteri della « avalutatività scientifica » o alle facili seduzioni della « sociologia critica ». Si deve piuttosto tener presente quanto ebbe a dire Pannunzio, confrontando il tono, lo stile e la struttura de La Deniocrazia in America e de L'antico Regime e la Rivoluzione, le due grandi opere di Tocqueville. « In realtà - diceva Pannunzio - tanto la prima quanto l'ultima opera del Tocqueville vorrebbero essere un modo d'azione politica, corne può praticarla chi si trovi inadatto a parteciparvi direttamente. Viene fatto di pensare a Machiavelli. Entrambi si mascherano da puri politici, e profilano i risultati delle loro amare considerazioni come scienza politica. A guardar bene, però_, l'apparenza scientifica nasconde a fatica una passione straordinaria. Il giudizio infatti è sempre quello del moralista, penetrante, austero, scontento delle cose presenti e ansioso delle future. Non potendo o non sapendo Tocqueville mescolarsi alle lotte politiche con animo spavaldo e con la fiducia di sottoporre uomini e avvenimenti alla propria misura, ecco che l'attrazione, o meglio la smania che pur gliene resta, s'adagia in distaccata analisi dei fenomeni sociali. Sul fondo di un'esperienza piena di disinganni imbastisce regole uniformi che vorrebbero racchiudere le ragioni profonde della condotta umana. E quanto più il suo interesse è particolare, minuto, insistente, tanto più le idee assumono un carattere generale, pietrificate in sagome gelide e monun1entali. Sono davanti a lui, quelle idee madri, come bianchi edifici di marmo; ed egli le contempla con turbamento, orgoglio, meraviglia ». All'origine della rivoluzione democratica, secondo Tocqueville, vi sono i mutamenti avvenuti al livello della società, dei quali i fenomeni che si rivelano al livello istituzionale sono un segno ed insieme una conseguenza. « L'assetto sociale - spiega Tocqueville - è· di solito il prodotto 13 N. MATTEUCCI, Introduzione ag_li Scritti politici di Tocqueville, 1969, UTET. 91
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