La n1oder11itàdi Tocqueville Quanto a Croce, per chi volesse insistere nell'ormai logoro schema di un liberalismo crociano ne1nico tout-court della democrazia, si deve dire che Croce, così come ha costantemente polemizzato contro la democrazia nei suoi aspetti di improvvisazione illun1inistica e nei suoi limiti di facilismo positivistico, ha affermato che sul terreno strettamente politico « il liberalismo è, tutt'insieme, amico e avversario della democrazia. Amico perché la sua classe dirigente è una classe aperta e... consiste in un governo che è, nell'atto stesso, educazione dei governati al governo. Ma è avversario della democrazia quando questa tende a sostituire il numero e la quantità alla qualità, poiché sa che, così facendo, la democrazia prepara la demagogia e, senza volerlo, le dittature e le tirannie, distn1ggendo sé medesima» 3 • Come si vede, sono parole che avre1nmo potuto benissimo trovare in Tocqueville, il grande anticipatore della democrazia liberale, e che comunque denotano quella stessa idea del liberalismo forza insostituibile per costruire e per difendere lo Stato democratico. « È molto facile - ha notato Norberto Bobbio - sbarazzarsi del liberalismo se lo si identifica con una teoria o pratica della libertà come potere della borghesia, ma è assai più difficile sbarazzarsene quando lo si considera come la teoria e la pratica dei limiti del potere statale ... perché la libertà come potere di fare qualcosa interessa coloro che ne sono i fortunati possessori, la libertà come non-impedimento interessa tutti gli uomini » 4 • Ed invece, nella cultura politica di questi ultimi anni, si ha l'impressione che stia prevalendo la facile tentazione e la comoda soluzione di « sbarazzarsi del liberalismo » co1nunque e dovunque: ecco perché H discorso su Tocqueville, che è essenzialmente il discorso sui rapporti fra liberalis1no e democrazia, ci pare ancor oggi un discorso da riprendere. « Un discorso da riprendere - ha scritto N·icola Matteucci - per i liberali, troppo impigriti a ricordare ed incensare uno Stato 1noderno; per i cattolici, troppo facilmente disponibili a saltare da un integrismo reazionario a un integrismo progressista, saltando il problema della libertà; per i socialisti, che sacrificano la potenzialità libertaria della loro speranza nella realizzazione di uno Stato paterno, saggio an1ministratore delle nostre esistenze, dispensatore cli beni e di divertimenti a una moltitudine politicamente oziosa e distratta. Un discorso da riprendere proprio oggi in cui vediamo la società di massa scatenare le sue rabbie e i suoi furori in nome di una libertà di cui ha perso il centro, che non può non essere la coscienza morale ». Nella cultura francese dell'età della Restaurazione e della Monarchia 3 CROCE, Pagine sparse, II, Ricciardi, 1948, pag. 407. 4 N. Bonmo, Politica e Cultura, pag_. 278. 85
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