L'organizzazione delle fasce costiere stione (prestazioni e pedaggi d'ammortizzamento). Queste autorità finiscono col gestire dei bilanci portuali di volume crescente, non necessariamente in equilibrio facile per degli organismi litoranei che si sviluppano, di fronte a gruppi socio-economici il cui profitto tende a dimn1ture. Tutto questo porta ad una seconda importante tendenza dell'evoluzione: la nuova ripartizione della ricchezza creata dalle attività portuali nelle comunità costiere determina un cambia111ento del contenuto umano dei porti. Ora, questo contenuto è essenziale: la navigazione marittima e l'unico sistema di trasporto sul globo che abbia finora creato una autentica ecologia sociale e modellato la con1posizione delle popolazioni urbane. Sarebbe facile dimostrare come la presenza di un porto dia luogo correlativamente a quella di categorie professionali nettamente determinate per numero e per qualità. La rivoluzione della circolazione oceanica sta appunto per modificare questa organizzazione. Lo fa in due modi. Innanzitutto per quanto riguarda i naviganti, marinai, uJficiali e piloti che forn1ano gli equipaggi; le continue rotazioni delle navi, che non lasciano loro che un tempo di riposo a terra molto breve in confronto al lungo tragitto in mare (appena 3 giorni in tutto, per una rotazione di 55-60 giorni per le grandi petroliere del Golfo Persico), l'automazione, che provoca ripercussioni psicologiche ( « malattia del calcolatore » ), responsabilità più pesanti (si affida al capitano una nave che può costare da 10 a 15 miliardi di lire, escluso il valore del carico), sono tutti fattori che portano ad una grave crisi di coscienza e di reclutarnento, di cui sono testimoni le flotte di tutti i paesi ad elevato livello di vita, e che naturalmente pesa sulle popolazioni portuali tradizionalmente generatrici di marinai. Così la flotta britannica, che all'indomani della guerra contava circa 145.000 uomini iinbarcati, oggi, con un tonnellaggio aumentato, ne conta solan1ente 75.000. L'organizzazione umana si è modificata anche per quel che riguarda i « litoranei », i « rivieraschi », cioè quelli che vivono di attività n1arittime sulle coste, senza navigare. La loro importanza diminuisce sia per numero che per funzione. La containerizzazione - e più in generale la unitizzazione - hanno, come si è visto, il fine di alleggerire le strutture intermedie, cioè il ricorso ai commissionari di transito, ai gestori dei depositi, ai mediatori di dogana ecc ..., e a tutti i loro impiegati e speciali-. sti. Il personale di manutenzione è diminu_ito grazie alle macchine moderne; l'immagine del facchino e dello scaricatore, che scaricava le merci portandole a spalla, appartiene sempre più al passato; al suo posto si colloca. il docker, operaio specializzato, la cui produttività è infinitamente maggiore, per cui si .possono ridurre gli effettivi. Così 111 81
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