Editoriale la riforma. Così avren10 anche applicato alla riforma della Rai una vis a tergo. D'altra parte, siamo ben consapevoli del fatto che, se non si procede al risanamento anzitutto politico della _gestione, la riforma resta pregiudicata (non è stato Petrilli in persona a convalidare le accuse alla gestione della Rai che da varie parti erano state docun1entate, anche in sede parla1nentare? e non è stato Petrilli che ha implicitamente riconosciuto il non rispetto da parte della Rai dei « principi economici che sono alla base della formula IRI »? e non è stato ancora Petrilli a far capire che l' IRI può far poco per quanto riguarda il richiamo della Rai ad una gestione corretta perché il rapporto fra IRI e Rai è alterato dalle sempre più pesanti interferenze delle forze politiche, interessate alla « lottizzazione» dell'Ente?). Quindi, non ci tranquillizzerebbe un comunque tardivo annuncio di sospensione degli esperimenti che venisse dal prossimo Consiglio dei Ministri. Tale annuncio dovrebbe infatti essere accompagnato dall'impegno che della TV a colori si potrà con1inciare a riparlare soltanto dopo la riforma della Rai. E ancora: se si vuole che la rifonna non resti pregiudicata, via tutti. Via quanti sono responsabili di una gestione che ha pregiudicato e pregiudica la riforma, via Bernabei, Paolicchi, De Feo ecc .. Se si procedesse risoluta,nente all'estirpazione di questo cancro del potere che si è formato alla Rai, allora gli effetti di risanamento non si farebbero sentire soltanto ai fini della gestione e della riforma della Rai, ma anche, in. generale, ai fini di un 111.igliorep, iù corretto funzionamento della nostra democrazia. La questione della TV a colori ha peraltro messo a nudo più di quanto già non lo fossero i rapporti fra la corrente fanfaniana e i condannevoli co1nportamenti dell'Ente radiotelevisivo; e perciò la battaglia per il risanal'nento della Rai è una battaglia contro la tendenza dei fanfaniani ad avvalersi del potere sulla Rai e nella Rai per far valere posizioni integraliste e imporre la cosiddetta versione italiana del gollismo. In questo senso la questione della Rai diventa la pietra di paragone per valutare anche l'atteggiamento di Forlani e dei suoi collaboratori nei confronti di Fanfani: se si tratta di una ben avviata diversificazione effettiva (come ha lasciato intendere De Mita) o di una non sostanzialmente intaccabile subordinazione (cui De Mita è costretto a fornire una copertura). C'è infine l'enigma del docun,:ento pubblicato da « Famiglia Cristiana », a conferma di quanto aveva già dichiarato l'on. Zamberletti (del gruppo di « Europa '70 »,. che non ha mai nascosto le sue propensioni per una riforma in senso gollista della nostra costituzione repubblicana): che, cioè, si deve adottare il SECAM, e subito, se si vuole, in sede di CEE, che i francesi non contrastino le nostre richies'te per il 6
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==