André Vigarié l'altro campo si raggruppano in catene di attività che costituiscono le grandi funzioni portuali. Al centro di esse vi è, naturalmente, la nave, con le sue caratteristiche peculiari, derivanti dal fatto stesso di attraversare lo spazio marino. È inevitabile, di conseguenza, che le modificazioni subìte dal mezzo di trasporto si ripercuotano sul lavoro che si effettua nelle città costiere. Le funzioni portuali che abbiamo ricordato sono dunque in piena trasformazione. Possiamo classificarle in due gruppi: i servizi per le navi e i servizi per le merci. Le prime si evolvono con le n1aggiori esigenze delle grandi navi rnoderne. Le dimensioni sempre crescenti di queste navi richiedono che si aumenti la profondità dei canali d'accesso (cf. il canale delle petroliere di Malamocco e la legge del 2 marzo 1963) così come quella delle fondamenta dei moli, e che si prevedano spazi di manovra più vasti. L'entrata di una superpetroliera di 200.000 o 250.000 tonnellate resta sempre una operazione difficile e le conseguenze di un errore possono essere di estrema gravità. La velocità di rotazione delle navi deve essere accelerata perché il loro costo è sempre più elevato, e di conseguenza devono restare in porto il minor tempo possibile: le sole spese fisse per unità possono raggiungere correntemente dai 3 milioni e mezzo ai 4 milioni e m.ezzo di lire al giorno. Questo porta a infrastrutture costose, come le grandi chiuse di Anversa, di Dunkerque o di Le Havre, ad attrezzature dei moli assai perfezionate per accelerare i lavori di manutenzione, ad un'organizzazione delle operazioni attorno alla nave accuratamente studiata al fine di diminuire il numero dei giorni d'immobilizzazione a terra. Ne deriva una trasformazione delle attrezzature portuali, e quindi dell'organizzazione delle fasce costiere. Cambiano anche i servizi ai viaggiatori e alle merci e così le relative funzioni. Queste ultime sono quattro, di cui due in regresso: la funzione di trasporto dei viaggiatori, che è in via di scomparire tranne che nelle acque costiere, e la funzione di commercio, di borse e di mercati, che non ha resistito ai risveglio dei paesi in via di sviluppo e all'inflazione dei dopoguerra. Le altre due funzioni hanno invece un'importanza crescente, ma subiscono trasformazioni costanti: si tratta del transito e della funzione industriale del porto. Il transito, che raggruppa l'insieme delle operazioni mediante le quali una merce, il cui proprietario risiede lontano dal porto, lo attraversa, è in realtà un'operazione complessa, poiché è affiancato da un controllo doganale, da interventi e servizi diversi (mediazione, perizie); esso può essere diretto o indiretto, nazionale o internazionale. Attualmente il transito si va trasformando per due ragioni. La prima consiste nella pratica 76
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