Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Lo sviluppo economico delle zone costiere e i problenzi dell'ambiente stituiscono la metà dell'equipaggio; talune agenzie propongono equipaggi filippini: in questo modo si allentano sempre più i legami tra la Grecia e la sua marina. In Isvezia il 40% dei marinai imbarcati sono stranieri; la disaffezione ai mestieri del mare è tale che si è esaminata l'opportunità di farne una professione temporanea che prepari alle professioni di terra, e si pensa addirittura di accogliere a bordo la moglie e i figli dei marinai. In Norvegia, la metà degli alunni diplomati dalle scuole n1arittime abbandonano la professione entro i cinque anni successivi. In tutta Europa i settori tradizionalmente orientati verso il mare sembrano distorgliersene: in Bretagna, quello che è il serbatoio francese deHa mano d'opera marittima, le vocazioni cominciano ad affievolirsi, risucchiate dalla concorrenza delle occupazioni del continente. È significativo che lo sviluppo dell'automazione non abbia posto tutti i problemi d'impiego che una trasformazione del genere avrebbe dovuto lasciar prevedere. Si sarebbe potuto compensare la diminuzione delle forze di lavoro della costa impiantando nuovi stabilimenti industriali. Ma ciò non è accaduto. Le industrie installate nelle vicinanze dei porti - talvolta perfino nel deserto - non sono in grado, malgrado le loro dimensioni, di svolgere una funzione di attrazione e di popolamento. Il fatto è che esse occupano più spazio di quanto non offrano lavoro e sono più orientate verso forniture lontane, che non verso il servizio di industrie collocate tecnicamente a valle e attirate dalla loro forza di polarizzazione. Questo, d'altra parte, non impedisce loro di condurre talvolta alla saturazione le regioni portuali. Ciò vale per Rotterdam come per Anversa. Ora, le attività di tipo moderno - raffineria e petrolchhnica - che offrono salari elevati, sono piuttosto esclusive e tendono, in questi settori ove la mano d'opera non è poi tanto abbondante, a scacciar le industrie più antiche, che da un punto di vista regionale erano le più costruttive. Da qualche anno in Belgio si assiste allo spostamento dalla regione di Anversa verso l'interno. Queste aziende non hanno bisogno di un porto e preferiscono la vicinanza ai sevbatoi di mano d'opera. Il loro trasferimento tende a rarefare ancor più le forze di lavoro nell'immediato retroterra delle zone industriali costiere, al punto che queste ultime, già messe in difficoltà dalla mancanza di spazio, non sembrano in grado di oltrepassare certi livelli. Per il momento, assistiamo ancora a certi sviluppi spettacolari, come · ad Amburgo, a Dunkerque e a Le Havre, sebbene ai due porti francesi la prospettiva di trovare personale a sufficienza non sembra affatto assicurata. Ma in ogni caso si tratta - in materia di organizzazione regionale - di problemi nuovi che sorgono: il collegamento con l'interno non 71

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