Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Antonio Del Pennino indirettamente li determinerebbe (datori di lavoro e sindacati di categoria) sia in condizione di valutarne l'incidenza sull'economia nazionale. Più opportuno ci apparirebbe, invece, determinare un aumento in cifra fissa di incremento delle pensioni, che dovrebbe scattare in corrispondenza di ogni scatto dell'indice del costo della vita. Oltre tutto, determinando gli aumenti in quota fissa anziché in percentuale si eviterebbe che degli scatti finissero con l'avvantaggiarsi maggiormente· i titolari di pensioni più elevate. Siamo consapevoli che in proiezione esistono problemi di estensione, di miglioramenti e di assetto delle prestazioni, ai quali siamo convinti che il Governo non intenda sottrarsi, tanto più che la presente iniziativa costituisce, per dichiarazione dello stesso Ministro del lavoro, solo un avvio generale al miglioramento complessivo del sistema pensionistico da effettuare appena possibile, previa consultazione con le organizzazioni sindacali. D'altra parte, sul rapporto dei miglioramenti riguardo alla misura delle prestazioni occorre rilevare che, proprio tenendo conto che la media generale delle pensioni è attestata poco al di sopra del minimale e che lo stesso optimum da più parti prospettato di un livello generale delle pensioni pari all'80 per cento della media dei salari riguarda lavoratori con 40 anni di lavoro e contribuzione, risulta che in effetti la reale distanza complessiva esistente da tale optimum va considerata in connessione con i suddetti elementi, il che dà, per riflesso, maggiore incidenza ai nuovi importi di pensione indicati. In definitiva, la pratica attuazione della disciplina proposta presenta aderenza alle esigenze emerse; dà una adeguata soluzione ai miglioramenti pensionistici relativi ai titolari di pensioni minime e a quelli forniti di pensione con decorrenza anteriore al 1° maggio 1968; si presta ad una sicura quantificazione degli oneri; consente, in relazione alle stesse innovazioni ultimamente introdotte, una sensibile elevazione degli importi medi di pensione, dando un significativo contributo all'auspicato rapporto pensione-retribuzione, essendo ovviamente per ora limitate, sul totale delle pensioni sino ad oggi erogate, quelle liquidate con decorrenza 1<>maggio 1968; realizza, senza sfasamenti, una maggiore armonia di provvidenze; dà maggiore rilievo alla portata economica e sociale del congegno di perequazione automatica dei trattamenti di pensione introdotto dall'articolo 19 della legge n. 153 del 1969; soprattutto non pregiudica, anzi consente quella maggiore informativa e quegli studi che siamo convinti concorreranno, sulla scorta dei dati che ne emergeranno, a dare espressione a contenuti più avanzati e avvio a future riforme nel settore previdenziale. ANTONIO DEL PENNINO 32 BibliotecaGino Bianco

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