Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Le pensioni della crisi accolta non significa considerarsi ridotti ad un ruolo subalterno, ma piuttosto constatare che anche all'interno di altre forze democratiche quanto da tenipo sono andati affermando incomincia a trovare rispondenza. D'altro canto, quando da parte dell'opposizione di sinistra si sostiene che proprio data l'attuale situazione economica, per cui occorrono misure rivolte a garantire la ripresa produttiva, non deve rappresentare motivo di preoccupazione il costo finanziario dei miglioramenti pensionistici, giacché essi comporterebbero un aumento della do,nanda interna capace di stimolare la ripresa degli investimenti, ci sembra che volutamente si confondano due aspetti. Certo, anche noi siamo sensibili - e quale forza democratica presente nel Parlamento repubblicano potrebbe non esserlo? - alle attese dei pensionati. Ci rendiamo conto dell'ingiustizia di molti aspetti del nostro sistenza previdenziale, ma non bisogna confondere due diversi termini del problema: quello sociale e quello econo1nico. Il miglioramento delle pensioni, anche in 1nisura assai più rilevante di quello proposto dal disegno di legge n. 365, rappresenta dal punto di vista un1ano un obiettivo che non possiamo non proporci, tanto più nella misura in cui consideriamo lo sviluppo della sicurezza sociale strumento essenziale di rinnovamento della nostra vita civile e della crescita democratica del paese. Ma è assolutamente inesatto ritenere che tali aumenti siano elemento propulsore del sistema economico. L'incremento della domanda che si verificherebbe sarebbe soltanto relativo a generi di consumo ùnmediati, a beni di prima necessità, soprattutto alimentari, e non si tradurrebbe in una spinta verso la ripresa economica, per cui andrebbe invece sorretta la domanda di beni di investùnento, ma piuttosto in un aumento del deficit di esportazione. D'altro canto, l'opposizione di sinistra, per coprire i maggiori oneri derivanti dalla elevazione ulteriore della pensione sociale proposta e dall'assunzione immediata del suo intero onere da parte dello Stato, propone una nuova massiccia emissione di buoni poliennali del tesoro o la contrazione di mutui con il consorzio di opere pubbliche. Il ricorso a tali forme di finanziamento, che invero sia pure in misura assai più ridotta sono previste dall'articolo 24 del decreto governativo, come già dall'articolo 3 della legge n. 153, oltre ad apparire discutibile, in quanto con mezzi straordinari si fa fronte a spese ordinarie, determinerebbe d'altro lato un rastrellamento di mezzi che o avrebbero analoga funzione di sostegno della domanda o potrebbero essere destinati all'investimento produttivo. Se poi esaminiamò la proposta di merito su cui l'opposizione di sinistra incentra la sua battaglia, quella di un acconto di 65 mila _lire eguale per tutti i pensionati, vediamo che tale richiesta, lungi dal contribuire a correggere inadeguatezze o storture del nostro 29

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