Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Le pensioni della crisi caratteristiche, della con1patibilità dei nuovi oneri finanziari, che dovranno essere affrontati, con le esigenze di bilancio. Su quest'ultimo punto credo che in particolare valga la pena di soffermarsi perché ritengo sia necessario un preciso confronto con gli amici socialisti, nella misura in cui continuia1no a ritenere poter essere la loro funzione ancora oggi quella di un partito di governo. Se111pre dall'Avanti! di do1nenica noi vediarno che essi respingono le dichiarazioni del ministro Coppo sulla necessità di chiarire con i sindacati « se occorre spendere per le pensioni, per l'assistenza 1nalattia o altro » giacché, essi affermano, « il movimento che si è creato intorno a questi problemi di fondo non lascerà che si operino soltanto delle scelte sulla base dei costi». Ed ancora si aff ern1a di rifiutare il ragion.amento per cui « i 1niglioramenti delle pensioni escluderebbero, per un problema di costi, la questione dell'assistenza sanitaria », mentre si ritiene irrilevante il fatto che « le modifiche richieste turbino l'equilibrio delle gestioni previdenziali». Tale impostazione, colleghi del partito socialista italiano, sul piano concettuale, mi sen1bra non sia condivisa neppure dagli esponenti di parte co1nunista, nella rnisura in cui nella relazione alla proposta di legge n. 26, Longo ed altri, leggia1no « essere nocivo di fronte alle riforn1e e di fronte ai problemi del 1niglioranzento delle condizioni delle masse popolari, un atteggiamento che rivendicasse tutto e subito, disdegnando di tener conto dell'entità degli oneri finanziari da ciò derivanti». Certo è un fatto che poi nel ruolo di forza di opposizione, di « cassa di risonanza » di tutte le proteste, il partito comunista non si tenga coerente a tali impostazioni, ma avanzi una serie di rivendicazioni talvolta contraddittorie e molto spesso econo1nican1ente inco,npatibili. Ma abneno sul piano teorico queste preoccupazioni gli sono presenti. Che in.vece da parte dei socialisti non si avanzino nem1neno in via ipotetica preoccupazioni di questo genere, per noi, che della partecipazione socialista al Governo fummo e siamo, sia pure in rnutate formule, sostenitori, è eleniento di profonda preoccupazione giacché dimostra come l'esperienza degli scorsi anni abbia ben poco insegnato, come non si sia riconsiderato da parte del partito socialista italiano quale fu proprio uno degli errori fondamentali dei governi di centro-sinistra e quali furono le ragioni di nostre passate polemiche. Ricorderò a questo proposito che nel 1969, al'indon1ani dell'accordo tra sindacati e Governo sulla rifonna del sistema pensionistico, il segretario del nostro partito in una lettera alt allora Presidente del Consiglio sottolineava come « un problema sociale di fondo, quale quello delle pensioni, è tanto lungamente posposto che ha finito con l'assumere carattere di eccezionale impegno politico e con il richiedere da parte dello 27

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