Tullio d'Aponte dovrebbe discutere, caso per caso, la n1isura degli incentivi da concedere. Quanto ci don1andian10, oggi, è se nelle recenti occasioni della progran1mazione chilnica di base questa valutazione sia stata tentata. Poiché, probahihnente, se così aspra è la lotta tra i diversi gruppi industriali per la concessione dei pareri di conformità ai progetti d'investimento e per la concessione degli incentivi, c'è da credere che il siste1na delle agevolazioni, così co1n'è realizzato, vada oltre il lirnite del riequilibrio di una situazione genericamente di svantaggio che le in1prese dovrebbero affrontare localizzando i propri stabilimenti di produzione dell'etilene nel Mezzogiorno. D'altra parte, se riflettiamo su quanto già detto intorno al concetto di congestione industriale, appare chiaro come l'indirizzo meridionalista d gli insediamenti petrolchimici integrati sia molto più una scelta obbligata di quanto si vorrebbe lasciar credere. E se è vero quanto noi crediamo, e quanto afferma il documento dell'ISPE in rapporto alle caratteristiche specifiche degli insediamenti petrolchimici integrati, deve concludersi che ben poche aree del Centro-Nord potrebbero ospitare gli steam-crackers dell'etilene in condizioni ubicazionali economicamente valide aln1eno quanto quelle meridionali. Perché, se il potenziale di raffinazione di virgin nafta, le attrezzature portuali per il ricevimento delle superpetroliere e l'ampia disponibilità di spazi, sono i più sicuri fattori di localizzazione degli steanicrackers, è difficile ritrovare in tutto il paese condizioni globalrnente più favorevoli di quelle che J'area meridionale può offrire. E con ciò, si badi bene, non si vuol affatto sostenere che, per la presenza di così importanti fattori di attrazione, il Mezzogiorno non presenti ben altri ostacoli allo sviluppo e all'insediamento industriale, per la cui rin1ozione, in ogni caso, la politica degli incentivi .cesta lo strumento più idoneo. Questo resta vero anche se attraverso l'adozione dello stru~ mento straordinario sono caduti molti ostacoli che contribuirono a rendere il Mezzogiorno estren1a periferia di quella Mittel Europa industriale del carbone e dell'acciaio e anche se, nell'attuale Europa dell'energia, nei confronti dell'industria della raffinazione del petrolio, la posizione n1editerranea costituisce un punto di forza. Anche se tutto ciò non può sottovalutarsi nella logica dello sviluppo, il Mezzogiorno resta la regione debole in cui il trapianto delle attività industriali continua ad essere troppo lento e difficile, perfino irrealizzabile senza concrete forme di sostegno alle iniziative imprenditoriali. Così come, se il costo di un posto di lavoro al Sud 24
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==