Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Da Fanfani a Scelba smentire un quinquennio di sostanziale appoggio e apporto alla causa comunista ed ai minacciosi progressi elettorali delle forze marxiste ». Nella sua replica, Scelba respinge le « opposizioni pregiudiziali » venute da destra e da sinistra. Definisce assurda l'alternativa socialista prospettata da Morandi che ha confermato la perfetta identità di vedute e di posizioni tra PSI e PCI. « La politica socialista dell'unità d'azione, afferma Scelba, è una politica abdicataria. Non può essere questo l'insegnamento di 60 anni di socialismo. Il vero insegnamento non può essere che la condanna contro ogni dittatura 'in chiunque impersonata' - come proclamava Filippo Turati - anche se si chiami dittatura del proletariato, che non potrà mai essere che contro il proletariato: si chiami Lenin, si chiami Horthy, si chiami Mussolini ». Scelba si dice convinto che molti deputati e senatori socialisti si augurano, in cuor loro, che « i compagni comunisti non abbiano mai a conquistare il potere, memori dell'insegnamento di Lenin che 'quando i bolscevichi governano un Paese, i socialisti vanno in prigione ' ». Sempre più duro verso il PSI, Scelba prosegue: « Nei confronti dell'asserita democraticità del PSI valgono le stesse considerazioni che noi facciamo nei confronti delle democraticità del co1nunismo. Ora, non è mistero per nessuno che tra la concezione della democrazia politica dei parti ti den10cra tici e quella dei socialcomunisti c'è un abisso il quale, possiamo aggiungere, si rivela più profondo anche nell'intendere la Costituzione. Se base della Costituzione è il metodo della libertà - grande conquista del liberalismo politico - che garantisce l'alternarsi dei partiti politici al Governo, non è dubbio che esso postula, come condizione inderogabile e sempre attuale, il rispetto delle libertà di parola, di stampa, di riunione, e solo in questo pacifico presupposto, comune a tutti, è concessi, in regime democratico, diritto di cittadinanza a tutte le ideologie po]jtiche. Ora, la negazione del metodo della libertà è l'obiettivo preciso del comunismo, secondo l'insegnamento di Lenin: l'obiettivo preciso del comunismo è di distruggere la democrazia parlamentare, di utilizzarne le istituzioni per demolirla. Il destino delle classi e degli Stati non si decide, infatti, nelle cabine elettorali o nelle sedute parlamentari ». È colpa dei socialisti, conclude su questo punto Scelba, se i loro voti non sono utilizzabili per la costruzione democratica dello Stato. « Negando a se stesso la possibilità di fare una qualsiasi politica diversa da quella comunista, una politica sociale che non comporti l'ipote·ca politica comunista, è il PSI che chiudè ogni apertura verso i partiti democratici data la impossibilità, per questi ultimi, di una apertura politica verso il comunismo». Con i partiti di sinistra Scelba usa un tono duro, a tratti sprezzante. 125

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==