Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Da Fanfani a Scelba sante offensiva contro Scelba e contro il quadripartito. Andreotti fa sapere di non essere entrato nel Governo perché il Ministero di Scelba si basa su una formula che non è idonea a interpretare la presente situazione italiana. È vero che c''è una vecchia ruggine tra lui e Scelba, ma adesso dietro le sue parole si vede De Gasperi e si vede una ulteriore spiegazione dei motivi per i quali il segretario del partito non ha voluto presiedere la riedizione del quadripartito. Anche Fanfani è rimasto fuori del Governo. La sua corrente, « Iniziativa democratica », assume un atteggiamento sospettoso verso il neo-presidente del Consiglio. A pochi giorni dalla presentazione del Governo alle Camere, Scelba ha ancora molti conti da regolare all'interno del suo partito. Si teme che, per motivi diversi, un Gruppo di democristiani (di destra, del centro e di sinistra) venga meno alla disciplina di partito. Quelli di destra rimproverano a Scelba di aver concesso troppo a Saragat e di aver costituito un bicolore DC-PSDI piuttosto che il quadripartito DC-PSDI-PLIPRI. Come testimonianze portano la decisione dei repubblicani di non entrare nel Governo e l'affermazione di Saragat: « Questo è il primo Governo di Centrosinistra costituito in Italia ». I deputati del centro rimproverano a Scelba di aver costretto la DC ad abdicare al controllo su importanti settori della vita pubblica e di aver dato al PSDI ed al PLI un potere effettivo sproporzionato alla loro consistenza parlamentare. I deputati della sinistra democristiana non digeriscono il fatto che sia stato un centrista a realizzare l'intesa con i socialdemocratici, togliendo così ogni iniziativa a Fanfani, Gronchi, Pastore. Il Popolo interviene nel dibattito politico con un fermo richiamo all'unità del partito. « L'opinione pubblica, scrive, avverte la necessità di un Governo in grado di funzionare, in un Parlamento in grado di legiferare. La stabilità politica è un bene troppo grande, condizione primordiale di ogni volontà realizzatrice perché, in nome di essa, non si abbiano a sacrificare anche legittime considerazioni sulle proporzioni di forze e di responsabilità, e non divenga prevalente l'accento sui principi di solidarietà e di collaborazione tra la maggior parte di quei settori politici che condividono - fino a farne ragione di vita - gli ideali di libertà e di democrazia ». Il Governo Scelba-Saragat si avvia ad affrontare il dibattito sulla fiducia mentre crescono, da parte della DC, dubbi e sospetti. In una_ corrispondenza da Roma, per i Giornali d~lla CEN (« Il Mattino », « Il Corriere di Napoli » ), Giacomo Ghirardo è del parere che, in fondo, la DC « non si sbraccerà per 'far la piazza a Scelba' e al suo Ministero; 1na non cercherà neppure di fargli lo sgambetto: starà a guardarlo, ecco. Starà a guardarlo per vedere come si mettono le cose. La predi119

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