Ermanno Corsi eventuale incarico, anche per l'esigua maggioranza di cui dispone il quadripartito: una diecina di voti nelle Assemblee, un solo voto nelle Commissioni. Piccioni, quando apprende che sta per essere convocato al Quirinale, scrive una lettera al presidente Einaudi in cui si dichiara poco convinto della vitalità di una soluzione quadripartita, « nella prospettata formula e nell'attuale situazione parlamentare ». Einaudi lo convoca lo stesso, il giorno dopo, ma Piccioni non recede. Si tenta ancora con De Gasperi, ma la destra della Democrazia Cristiana (che avversa la ricostituzione del quadripartito) per iniziativa di Togni compie un atto gravissimo: invia al Capo dello Stato la copia del verbale dell'assemblea del Gruppo dc per dimostrargli che tutti i deputati democristiani sono stati concordi nel non giudicare « attuale » il ritorno di De Gasperi al Governo e nell'escludere, quindi, il suo nome dalle designaz1on1. Dopo i rifiuti di De Gasperi e di Piccioni, l'incarico a Scelba è un fatto meccanico. Oltre a far parte della « rosa » gradita alla DC, il suo nome era stato fatto, al presidente Einaudi, dai liberali. Scelba si era inoltre distinto, per impegno e capacità mediatrice, durante il negoziato per la ricostituzione del quadripartito. L'accordo politico-program.- matico, raggiunto dai Quattro, si deve in gran parte a lui. Einaudi lo chiama al Quirinale 1'8 febbraio, alle ore 10 e 30. Si mostra subito molto sicuro di sé. Quando lascia lo studio presidenziale, fa una dichiarazione assai impegnativa. « Il Capo dello Stato, dice, mi ha fatto l'alto onore di conferirn1.i l'incarico di costituire il Governo. Ho accettato con le consuete riserve. Dopo le ultime elezioni, non ho mancato di auspicare e sollecitare la ricostituzione, sul terreno parlamentare e governativo, dell'unione dei partiti del Centro democratico e sociale, convinto come sono che esso costituisca la base per assicurare la necessaria stabilità politica, condizione essenziale di fiducia e di proficuo lavoro. L'accordo progranzmatico realizzato il giorno 5 febbraio, ha costituito la felice conclusione degli sforzi fatti in tal senso da tutti gli uomini di buona volontà ed io mi auguro che esso faciliterà la rapida forniazione di un Governo capace di superare gli scogli della obiettivamente difficile si~ tuazione parlan1.entare creata dal voto del 7 giugno. Il Governo che mi propongo di costituire avrà per suo primo compito quello di ridare fiducia agli italiani ed ai Paesi amici, nella stabilità del regime democratico per poter realizzare il programma economico-sociale tendente ad assicurare migliori condizioni di vita al popolo italiano, sulla base delle linee direttive concordate fra i quattro partiti della coalizione democratica. La democrazia non ha esclusivisn1.i per coloro che lealmente l'accettano. Stringersi attorno al Centro è la condizione per superare le 116
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