Da Fanfani a Scelba anche di peggio. Il principale imputato è Fanfani. Lo attaccano da destra e da sinistra. Togni e Granchi lo accusano di aver fatto genuflessioni un po' a tutti, ai monarchici ed ai nenniani, senza avere il coraggio di fare una scelta precisa. Togni: « Hai sabotato Pella per prendergli il posto! ». Granchi: « Hai suonato i campanelli di tutti gli usci monarchici». Fanfani reagisce con stizza: « Tu saresti andato a suonare quelli delle porte nenniane! ». Granchi, con sarcasmo: « E perché, tu non hai fatto anche questo?. Come se non sapessimo che, sino all'ultima sera prima del voto, c'è stato un frenetico andirivieni fra i tuoi messaggeri e quelli di Nenni! ». La linea di centro esce riconfermata, a maggioranza, da un aspro dibattito che è riuscito comunque a contenere i contrasti interni di partito in limiti fisiologici di sopportabilità, a rendere più duttile e meno egemonica la concezione democristiana del potere. Esistono adesso « serie prospettive di collaborazione, con la DC, da parte dei partiti minori», dicono Ceschi e Moro, riconfermati presidenti dei Gruppi del Senato e della Camera, ed augurano che l'Italia abbia, finalmente, un « vero Governo democratico». Nei primi giorni di febbraio si hanno diversi incontri tra le delegazioni della DC, del PSDI, del PLI e del PRI. Non è facile riprendere un dialogo interrotto da molto tempo. Non è facile conciliare i diversi punti di vista. Ma l'atmosfera, tra i « Quattro», è meno tesa anche per la necessità di uscire da una situazione pericolosa per tutti, che rischia di provocare una crisi di credibilità nelle stesse istituzioni democratiche. Molto impegnati, in questa fase delle riunioni interpartitiche, sono Scelba e - per la parte programmatica - il ministro Vanoni nella casa del quale, a Roma, ha luogo un incontro decisivo tra gli esponenti de] centro democratico. Il 5 febbraio 1954 la DC, il PSDI, il PLI e il PRI sottoscrivono il programma governativo. Sottoscritto l'accordo politico-programmatico, si è fatto un grosso passo avanti per la soluzione della lunga crisi. Restano tuttavia i problemi di struttura del nuovo Governo. La DC ha preso impegno, con gli alleati, di non fare nomi, al Capo dello Stato, per la presidenza del Consiglio e di limitarsi a indicare l'opportunità che sia designato « un uomo di centro», di fede e prestigio indiscussi, che creda nella soluzione democratica di centro e possa raccogliere il consenso degli altri partiti democratici e la più larga adesione unitaria ·della DC. Quasi automaticamente si fonna un rosa di candidati che comprende De Gasperi, Piccioni, Scelba, Gronchi, Fanfani, Pella. De Gasperi fa subito sapere che non se la sente di accettare un 115
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