Da Fanfani a Scelba che rimanere fedele alla linea di centro che si basa sul sentimento dj responsabilità nazionale della DC nei confronti del Paese. Se questa concentrazione di centro si spezzasse, della democrazia, in Italia, non resterebbero che relitti sul mare agitato della sovversione. 30 gennaio 1954. Le replica di Fanfani è un commiato, a tratti aggressivo a tratti patetico. Il presidente del Consiglio accentua e inasprisce la polemica anticomunista. Rivolto verso il banco di Togliatti dice, con voce molto irritata: « Non ho mai indossato la divisa fascista. Ma ho potuto, invece, vedere di recente la fotografia del migliore comunista italiano col casco peloso dei cosacchi di un tempo e dei cominformisti di oggi » (i deputati comunisti ricoprono Fanfani di urla. Giuliano Pajetta grida: « Sei stato fascista, non negarlo » ). Per molti minuti si vedono volti congestionati, braccia agitate. Si sentono minacce e invettive. Fanfani viene costretto al silenzio per un po'. Quando riprende a parlare non attenua affatto l'asprezza pole1nica. Spiega che ha voluto chiudere la porta a sinistra per difendere la libertà dall'unico pericolo che essa corre in questo momento (i missini applaudono). Nenni aveva definito il Governo « triste come un'aringa affumicata ». Fanfani gli replica affermando che il PSI trova molto redditizio fare il pesce in barile. Spiega poi perché non ha tentato l'alleanza DC-PSI. « Un matrimonio, dice, per essere valido non deve presentare possibilità di errori di persona. Non possiamo correre il rischio di trovarci al mattino con l'on. Nenni e alla sera, in Camera, con l'on. Togliatti ». « Io ho lealmente aiutato il mio predecessore, conclude, a portare la croce ed ho accettato con piena coscienza di accollarmi tale peso quando è stato necessario. Se il Parlamento vorrà liberarmene, riprenderò serenamente il mio posto ». Fanfani parla per un'ora. Al termine, con votazione rapida, il Parlamento lo libera della croce, cui egli aveva fatto allusione, con 303 no (MSI, PNM, PSDI, PSI, PCI). I sì sono 260 (DC, PRI, Sudtirolesi). Dodici gli astenuti (i liberali). Il sindacalista democristiano Rapelli vota contro il Governo che attacca da sinistra. « Fanfani, dice, doveva giocare un carta sola. Dopo il no della socialdemocrazia doveva rinunciare all'incarico». Il giornale democristiano « Battaglia d'oggi » così commenta la caduta di Fanfani: « La sua insistenza nel voler fare il Governo a tutti i costi, contrattando a sinistra, a destra, al centro, e poi tornando a contrattare a destra, al centro, a sinistra, ha confermato i nostri dubbi sullo stile di ' Iniziativa democratica'. Fanfani a capo del Governo è di fatto a capo del partito, porta nella DC la divisione ». Nuove consultazioni al Quirinale. « In sette mesi, afferma De Nicola, sono venuto cinque volte e l'augurio che faccio è di non tornare presto la sesta volia. Il Paese deve avere un Governo che governi e questo è 111
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