Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Da Fanfani a Scelba quello presentato da De Gasperi nel 1950, con la Cassa per il Mezzogiorno e la riforma agraria, si ha la vera portata della sua insufficienza ». Romita, alla Camera, è ancora più pungente: « Impressionante è la disinvoltura di Fanfani. Fanfani è un uomo molto attivo. Ha tanta voglia di operare che sembra dire: ' non mi preoccupo con chi. Tutti sono buoni. Provo a destra e, se non riesco, provo a sinistra, e se va male ritorno a destra '. Occorreva una qualificazione politica e per questo si è aperta la crisi. Ebbene, Fanfani ha tentato di qualificarsi tanto a destra che a sinistra, realizzando così una strana situazione di ' immobilismo dinamico' che è più pericolosa dell'in1mobilismo statico ». Nel PSI la fiducia al Governo è posta in termini problematici. Dato per scontato che il programma di Fanfani non soddisfa le aspirazioni minime dei socialisti per quanto riguarda la politica econo1nica e sociale, Nenni è dell'avviso che, anche in caso di voto contrario, non bisogna precludere la possibilità di future intese con la sinistra cattolica. La corrente filocomunista di Morandi e di Tolloy è, invece, impegnata a salvaguardare il patto di unità d'azione con il PCI. Teme che un atteggiamento troppo conciliante del PSI verso la sinistra DC e verso i Gruppi democratici del Centro, PSDI e PRI, possa di fatto creare un'area di Centrosinistra e che in essa i socialisti s1 trovino a fare il loro ingresso ufficiale. Fanfani non ha alcuna possibilità di sopravvivere. Pensa di portare al Quirinale le dimissioni del suo Ministero, senza attendere il voto. Poi si lascia convincere dai suoi collaboratori. Rifiutare al Governo anche la discussione sul suo programma, sarebbe un atto di scortesia senza precedenti nelle cronache del Parlamento. Intanto i giornali controllati dalla DC rimproverano a tutti gli altri partiti « la volontà di sfuggire al programma e di trincerarsi nell'ambito della politica pura, all'infuori delle proposte concrete». C'è un clima di ricatti e di minacce. La DC fa circolare la voce che, se cadrà Fanfani, non farà altre designazioni per la presidenza del Consiglio. Anzi, indicherà De Caro o addirittura Saragat; oppure si chiamera una personalità extraparlamentare! Alla Camera, Nenni e Togliatti intervengono con molta asprezza nel dibattito. Il segretario del PSI giudica il programma di Fanfani, dal punto di vista politico, il più illiberale ed antidemocratico di quanti, dal '46, sono stati presentati al Parlamento italiano, mentre dal punto di vista economico-sociale lo giudica ass~lutamente evasivo di fronte ·ai fondan1entali problemi della società. « Eppure, dice Nenni, i segni della presenza di una sinistra cattolica, nel Paese, erano stati particolarmente attivi negli .ultimi mesi ». Il terzo tempo sociale è alle porte, conclude il leader socialista. C'è una sola maggioranza, alla Camera, in grado di ri109

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