Da Fanfani a Scelba zione, avevano insistito nel dire che voleva a tutti i costi fare il Governo, per desiderio di potere. Fanfani spiega che il suo Governo è monocolore, sì, ma non di semplice amministrazione; un Governo che, tra l'altro, consentirà, sul piano politico, una utile chiarificazione tra i partiti. Lo sviluppo produttivo, continua, sarà spinto al massimo. Annuncia che sono già pronte misure per l'industria, il commercio, l'agricoltura, le opere pubbliche e le costruzioni navali (a questo punto le sinistre gridano: « Lauro, Lauro » ). Sarà istituito un fondo per le piccole e medie aziende. Saranno stanziati 277 miliardi per alloggi popolari in cinque anni. Verrà prolungato il piano Ina-Casa. Stabilità monetaria, occupazione operaia, assistenza, giustizia tributaria, rispetto dell'autorità dello Stato, tutela della libertà, assorbimento di tutte le leggi speciali o eccezionali, difesa dell'interesse e della dignità nazionale, n1oralizzazione della vita pubblica (co1ne targhe speciali di riconoscimento agli automezzi dello Stato, al fine di evitare abusi): questi gli obiettivi cui si ispirerà. Sul piano politico il discorso di Fanfani è di netta chiusura a s1n1stra. Il suo anticomunismo è di gran lunga più spinto di quello di Pella. « Non sarà il caso di soffermarsi in via pregiudiziale - scrive Vittorio Gorresio su 'La Stampa' - sulla stranezza di una conversione a destra di un uomo, come Fanfani, qualificato dì sinistra. Sono tradizionali, nel nostro Paese, gli esperimenti politici compiuti in direzione di sinistra da governanti che si reggevano coi voti della destra, e viceversa: e in ogni modo senza scandalo ». Il nostro dovere più urgente, dice Fanfani, è quello di contrastare l'avanzata del co1nunis1no. Questo vuol fare oggi il Governo con il suo program1na fatto di propositi e di disegni di legge, e domani con la sua azione tempestiva, organica, continua. Chiede il sostegno parlamentare a tutti i gruppi che vogliono concorrere « disinteressatamente e patriotticamente », agli sforzi per la difesa della libertà, contro le minacce reali e gravi della miseria e dell'ingiustizia, e contro - prosegue - i pericoli velati, ma non meno consistenti, dei progressi di « una ideologia esasperata, estranea alle nostre tradizioni, guidata nei suoi concreti svol~ gimenti dall'esempio, non discusso, di una potenza straniera » (proteste di Amendoìa e Pajetta, mormorii e interruzioni dai banchi di sinistra). Al Senato il discorso di Fanfani è ancora più contrastato che aUa Camera. Quando legge i passi anticomunisti, 1nolti senatori dell'estrema sinistra insorgono, tumultuando. Palermo grida: « Provocatore! Parlaci del corporativismo! ». Spano rincara la dose: « Sanfedista! Fariseo! Basta, basta con queste accuse senza senso! ». Si teme che scoppi un tu107
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