Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Ermanno Corsi Bilancio Ezio Vanoni; Finanze Adone Zoli; Tesoro Silvio Gava; Difesa Paolo Emilio Taviani; Pubblica Istruzione Egidio Tosato; Lavori Pubblici Umberto Merlin; Agricoltura Giuseppe Medici; Trasporti Bernardo Mattarella; Poste e Telecomunicazioni Gennaro Cassiani; Industria e Commercio Salvatore Aldisio; Lavoro e Previdenza sociale Luigi Gui; Commercio estero prof. Giordano Dell'A1nore; Marina mercantile Fernando Tambroni. Nel Governo non sono voluti entrare Pella e Granchi. Il giorno dopo, il Governo Fanfani - il quindicesimo dalla caduta del Fascisn10 - giura nel salone della Madonna della Seggiola. « Lavoreremo, dice il presidente del Consiglio, perché i proble1ni della Nazione vengano avviati sollecitarnente a soluzione. Al Parlamento esporremo il prograrn1na. Ciascun partito prenderà le sue responsabilità, così come il Governo prenderà le sue ». Fallito ogni tentativo di precostituire una maggioranza per il suo Governo, Fanfani tenterà di impressionare il Parlamento con la ricchezza e la varietà del program.ma. Per questo si mette al lavoro con grande dinan1ismo. Si muove senza perplessità, prende decisioni di scatto come se già il suo Governo fosse investito dei pieni poteri costituzionali. Dopo cinque giorni dal giuramento, il Consiglio dei ministri approva i bilanci preventivi per l'anno 54-55 da presentare al Parlamento entro il 31 gennaio. Elabora un programma di « cose concrete» da farsi in tempo breve, e un piano di interventi a media scadenza (triangolo lavoro-agricoltura-industria) per superare una drammatica situazione di crisi che molti osservatori paragonano a quella del 1922. Prepara una serie di decreti legge con esecuzione in1mediata. Annuncia la riduzione del deficit di 55 n1iliardi (malgrado l'aumento· delle spese e l'assenza, fra le entrate, della voce 'aiuti economici americani'). Delibera forti stanziamenti per esecuzione di grandi opere pubbliche. Ribadisce l'impegno a difendere il potere di acquisto della lira. II pomeriggio del 26 gennaio (ore 16 e 10), dopo otto giorni dal giuramento, Fanfani si presenta alla Camera. La sua esposizione programmatica è accompagnata dalla presentazione di ben sei disegni-legge. È una procedura insolita nella vita parlamentare italiana, che si ricollega soltanto ad un lontano precedente di Giolitti. « Governo delle leggi », viene subito ironicamente soprannominato il Governo. Per la prima volta la TV riprende una seduta parlamentare. A Roma la neve cade abbondante. Nella Camera dei Deputati risuona la voce di Fanfani (che parla nella luce accecato dai riflettori piazzati sulle tribune). Il presidente del Consiglio sta ben attento a scandire le parole. Controlla i suoi gesti. « Ho accettato l'incarico, premette, come un dovere nei confronti della Nazione ». I giornali, non solo quelli dei partiti di opposi106

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