Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Da Fanfani a Scelba a Fanfani una lettera in cui riassume le condizioni per il voto favorevole: esplicita affermazione di fede repubblicana del nuovo Governo; impegno tassativo, in materia di riforma elettorale, per l'adozione di un sistema di proporzionale pura; accoglhnento del program1na economico-sociale formulato dal PSDI. Fanfani medita su questa lettera e poi risponde a Vigorelli. Per quanto riguarda la proporzionale, si teme, nel suo partito, un ripetersi del caso Scelba: il ministro degli Interni aveva preparato una legge per regolare l'elezione dei Consigli provinciali, ma poi in Commissione venne bloccata e venne redatto un nuovo testo. Fanfani chiede tempo e che la questione non gli sia posta in termini pregiudiziali. Per quanto riguarda il « lealismo » repubblicano, il suo partito pensa questo: la richiesta è fatta apposta per provocare una rottura aperta e cla1norosa con la destra monarchica. È una richiesta che non può essere accolta perché ingenerosa verso il PNM che, sinora, ha appoggiato, in una difficile situazione e senza chiedere contropartite, il Governo Pella. Dal versante di sinistra, a Fanfani arrivano solo sfide. « Se sei un cattolico di sinistra - gli dice Nenni dalle colonne dell'« Avanti! » - qualificati con le azioni. Rompi gli intrighi che ti circondano e noi ti aiuteren10 sia col voto che con l'astensione ». Togliatti sfida Fanfani a dare una prova di coraggio e ad opporsi alla rettifica del trattato della CED. Dopo di che i comunisti sapranno co1ne regolarsi. Queste « sfide », lanciate da PSI e PCI, più che un inizio di aspra polemica sono interpretate, in taluni an1bienti conservatori della DC, come inizio di un « dialogo ». Se così fosse, Pella, Piccioni e Aldisio fanno sapere che non entrerebbero nel Governo. Il sindacalista Rapelli prospetta addirittura una scissione nelle forze cattoliche e preannuncia una Costituente sindacale, per i prossimi giorni, a Torino. Il 18 gennaio Fanfani tira le somme. Costituisce un monocolore « degasperiano e centrista ». Un governo a minoranza precostituita. Si affida, tuttavia, al Parlamento, contando su qualche ripensamento. È perfettamente in linea con gli orientamenti della DC e con la prassi seguita dall'ultimo De Gasperi e dal « Governo dell'Assunta » di Pella. Alle ore 11 e 35, ricevuto dinanzi alla Vetrata della Torre dell'Orologio, dal gen. Marazzani, della Casa Militare del Capo dello Stato, e accompagnato dal segretario generale del presidente della Repubblica avv. Carbone, Fanfani scioglie la riserva a Einaudi e gli legge questa lista: presidente del Consiglio Amintore Fanfani; ministri senza portafoglio (Comitato ministeriale Cassa per il Mezzogiorno e Coordinamento degli investimen~i pubblici in Italia) Pietro Campilli e Umberto Tupini; Esteri Attilio Piccioni; Interni Giulio_ Andreotti; Giustizia Michele De Pietro; 105

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