Nord e Sud - anno XIX - n. 153 - settembre 1972

Ennanno Corsi commesse a fabbriche italiane dove i sindacalisti della Cgil hanno la maggioranza. La grande industria americana sostiene, così, in Italia, gli ambienti di destra nella lotta viscerale al comunismo. In vista di un'apertura a sinistra, o di un Governo socialmente più avanzato, gli ambienti economici e finanziari italiani fanno sapere che non è il caso di drammatizzare sul protrarsi della crisi. Tanto, dicono, lo sviluppo economico del paese non viene minimamente influenzato." È un modo molto efficace per dare agli avversari dei progressisti il tempo di organizzarsi e di sventare qualsiasi manovra aperturista sul piano parlamentare. Alcuni dati resi noti dal Ministero del Tesoro dànno ragione alla loro tesi. La produzione del grano ha toccato, nel '53, un massimo mai raggiunto: 89 milioni di quintali contro i 79 del '52 ed i 76 del 1936-38. Il granoturco passa da 24 milioni di quintali a 31. L'olio da 1 milione e 500 mila quintali a 2 milioni e 700 mila. Complessivamente. la produzione agricola ha raggiunto, dal '52 al '53, un aumento del dieci per cento. La produzione industriale ha avuto un incremento del 9 per cento. Il reddito nazionale è salito a 11 mila miliardi, contro i 10.105 del 1952 ed i 9.623 del '51. Il quadro politico si presenta ad Einaudi, nel momento di affidare l'incarico per il nuovo Governo, pieno di incertezze. I nomi che gli sono stati proposti non rendono più facile la scelta. I monarchici hanno ribadito Pella. PSDI e PRI Gronchi. Anche il PSI è per il presidente della Camera purché questi si impegni per una reale apertura a sinistra. I Gruppi democristiani hanno indicato Fanfani che, però, trova resistenze tra la base dei parlamentari dc. Contro il leader di « Iniziativa democratica » sono anche i socialisti. Lo accusano di tendenze integraliste e di corporativismo. Il giornale dell'Azione Cattolica sostiene le candidature di Pella e Piccioni. Fanfani e Gronchi rappresentano l'apertura a sinistra, sia pure ipotizzata in due modi diversi. Il 12 gennaio 1954, prima di dare l'incarico, Einaudi consulta nuovamente Moro e Ceschi. Vuol sapere da loro se l'incarico a Pella deve essere un semplice atto di cortesia verso un presidente uscente. La risposta non è incoraggiante. Alle 10 e 30 Pella viene convocato nello studio del Capo dello Stato. Ne esce subito dopo aver ringraziato - come riferirà il Quirinale - « l'on. Einaudi per la rinnovata prova di fiducia » e dopo aver espresso il convincimento che « i superiori interessi del paese e la connessa esigenza di assicurare e rafforzare l'unità del suo partito rendono preferibili l'affidamento dell'incarico ad altra persona». « Ho dovuto permettermi di ricordare, al presidente Einaudi, dice Pella ai giornalisti, che non ho avuto la designazione da parte dei Direttivi dei due Gruppi parlamentari della DC ». 102 BibliotecaGino Bianco

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