Autori vari virtù del suo elevato grado di efficienza, spetta il compito eminente di « offrire un riferimento comparativo all'azione stessa dei programmatori ». Non stupisce che, a conclusione di questo quadro, il Governatore dia il tocco finale, riconfermando che al settore privato va riconosciuto che le vicende sindacali degli ultimi anni hanno creato una pressione eccessiva sui profitti e sconvolto gli equilibri aziendali. È quindi perfettamente legittimo che, nei confronti del settore privato, lo Stato « intraprenda coraggiose azioni di sostegno di imprese in difficoltà. Interi settori dovranno essere assoggettati al riesame degli indirizzi produttivi seguiti in passato, nell'intento di adeguare le loro strutture alle esigenze poste dall'accelerazione del processo d'integrazione europea; provvidenze governative si paleseranno necessarie, specialmente quando l'obsolescenza degli impianti industriali nelle regioni di più antico sviluppo sia stata accelerata da quelli sorti con l'assistenza di agevolazioni ». Con queste parole, il Governatore dà il suo autorevole placet alle richieste di sussidi finanziari provenienti da grandi industrie del Nord. Si dirà che egli dimentica di avere egli stesso indicato come caratteristica imprescindibile dell'impresa privata quella di vedere la propria sopravvivenza legata al grado di efficienza; ma questa dimenticanza potrà anche apparire un peccato veniale. Assai meno veniale il peccato che il Governatore commette quando, nella stessa frase, attribuisce le difficoltà nelle quali si dibattono molte imprese del Nord al fatto che la politica meridionalista abbia consentito di finanziare in1piant{ più moderni al Sud. Pensare che il Governatore ignori l'importanza decisiva che ha assunto per l'assetto economico dell'intero paese la politica di industrializzazione del Mezzogiorno sarebbe evidentemente fuor di luogo. Ma quello che certamente il Governatore trascura è che il più delle volte i beneficiari delle sovvenzioni finanziarie assegnate ai nuovi impianti del Sud sono state proprio le grandi imprese del Nord, ogni volta che esse hanno installato nuove unità produttive nel Mezzogiorno. E qui bisogna intendersi. Che le imprese del Nord abbiano chiesto, a suo tempo, ogni sorta di eccezioni per ottenere sovvenzioni particolari a favore dei loro nuovi impianti nelle regioni meridionali, è cosa perfettan1ente comprensibile; che le stesse imprese abbiano non di rado utilizzato le sovvenzioni allo scopo di rinnovare i loro impianti del Nord, dirottando nel Mezzogiorno macchinari già obsoleti, può anche rientrare nei criteti di un'astuta conduzione aziendale; che ora le medesime imprese si facciano 34
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