Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Un'industria e un quartiere alla periferia di Napoli sima esposizione i prodotti del lavoro compiuto nel breve perioc:lo di novella attività (l'articolo è pubblicato il 27 agosto 1925). « Chi, lungo le strade di Bagnoli e di Coroglio, ode nelle ore calde -;. pomeridiane l'eco possente dell'opera febbrile, chi ascolta il confuso fragore delle macchine in azione e vede agitarsi miriadi di uomini tra i mostri di ferro che lentamente si spostano nell'area sterminata, chi guarda innalzarsi verso l'azzurro del cielo, dalle bocche dei ciminieri, dense colonne di fumo nero, non può non sentirsi profondamente commosso dalla bellezza di questo spettacolo di lavoro umano ». E continua: « Ora l'Ilva è risorta e si avvia a conquistare una posizione eminente nell'industria metallurgica italiana. I criteri secondo i quali ad essa si vogliono dare il maggiore incremento e il più vasto sviluppo, sono così ampi che non c'è da dubitare sull'importanza formidabile che assun1erà il grandioso stabilimento napoletano. Il presidente della società ing. Arturo Bocciardo e il direttore generale comm. Vincenti Ardissone ... elaborano con larghezza di vedute, con modernità di criteri e con altissimi intendimenti H piano secondo il quale gli stabilimenti dell'Ilva assurgeranno all'importanza fermamente voluta ... ». « E nei progetti non sono esclusi l'ampliamento e l'utilizzazione intensiva delle ferriere di Torre Annunziata, alle quali sono destinati adeguati capitali. Per gli stabiilimenti metallurgici l'avvenire è dei più luminosi». Dall'articolo apprendiamo che nel cantiere lavoravano tremila operai (l'organico, quindi, da mille era stato portato a tremila dipendenti in pochi mesi) e che « durante un periodo di tempo relativamente breve, tale cifra sarà notevolmente aumentata». Alla fine del '25 l'Ilva fabbricava lamiere, putrelle, rotaie, materiali per costruzioni in cemento armato, e, secondo gli orientamenti della società, lo stabilimento di Bagnoli avrebbe dovuto costituire una delle prime fonti di produzione per il mercato metallurgico italiano. « Gli intendimenti di coloro che dirigono le sorti dell'Uva - conclude l'articolista - sono appunto quelli di poter realizzare nel Mezzogiorno un'industria che contribuisca in maniera efficace al miglioramento della situazione siderurgica del f>aese, che abbia entità e valore notevoli, che rechi un'effettiva utilità nazionale ... ». La metropoli per decreto. - La ripresa dell'attività dell'Ilva che ora, più che mai, può definirsi l'elemento propulsore della vita di Bagno1i, accentua la tendenza verso l'espansione ad occidente di Napoli. La città, che già da tempo avvertiva l'insufficienza dei suoi confini comunali, cerca di adeguarsi alla sua funzione di metropoli, accrescendo il proprio territorio. Il modo con cui, nel 1926, attraverso Regii decreti, si procederà 249 BibliotecaGinoBianco

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