Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Un'industria e un quartiere alla periferia di Napoli dristi giunge al pqrossismo, non v'è comizio socialista che si concluda senza disordini per l'intervento di sobillatori bene individuati. Nell'agosto del '24, durante una manifestazione pubblica in Piazza Dante, mentre Roberto Bracco parlava ai 1netal1urgici in sciopero, qualcuno tra la folla sparò: sull'asfalto rin1asero i corpi di tre operai. Questi anni turbolenti sono anche gli anni in cui si vagheggiano grandi realizzazioni; si discute delle provvidenze necessarie per eliminare i diecimila « bassi » censiti dalla commissione municipale, e si parla di una Napoli grande metropoli che si stenda da Pozzuoli a Torre del Greco .. La starnpa si rende interprete di queste aspettative: « Noi siamo e saremo al fianco della coraggiosa iniziativa - è scritto in un editoriale -. Allargare la Napoli comunale e fiscale dalla zona flegrea a quella vesuviana significa creare la cornice dell'avvenire di Napoli e tagliar corto all'illusione che si possa ringiovanire e migliorare una città soffocata dalla sua pletora ... È anche un grande impegno, ed una responsabilità vasta come sarà vasta la cinta della nuova città ». Il prezzo del « regime ». - Nato negli anni della crisi e del disorientamento, il regime fascista cercherà di ascrivere a suo merito la lenta ripresa che, a partire dalla seconda metà degli anni venti, comincia a caratterizzare, con l'economia nazionale, anche quella napoletana. Ma è, purtroppo, una ripresa fondata sull'effimero, ed ha un prezzo, in termini politici, del tutto inaccettabili. Nasce un'economia protetta, e in quanto tale malsana, orientata e stimolata da obiettivi politici avventurosi, nefasti, che prepareranno la catastrofe del 1940-45. I problemi di fondo della realtà italiana e, in particolare, della realtà meridionale vengono elusi, nel vagheggiamento di anacronistiche imprese coloniali. Napoli, che a quel tempo è la più diretta beneficiaria delle avventure d'Oltremare, almeno in termini di incremento dei traffici portuali e di nuove intraprese industriali, si accorgerà poi, con amarezza profonda, di quanto le sia costata la breve illusione di essere « capitale del Mediterraneo ». I primi avvenimenti che testimoniano di una ripresa della vita cittadina non rispondono ancora, però, alla logica delle « opere di facciata», quali furono prevalentemente le « opere del regime » attuate a Napoli. E ciò soprattutto, perché tali avvenimenti non erano altro che il coronamento di iniziative e di sollecitazioni nate già diversi anni addietro .. Nel 1925 si inaugura la Metropolitana, « la ferrovia che la città, e con Napoli il Mezzogiorno, da così lungo tempo attendeva, sia perché era indispensabile riallacciare con mezzo. veloce, diretto e continuo le maggiori zone di traffico della città con plaghe fiorenti e popolate che da questo allacciamento attendono lo sviluppo 111aggiore; sia perché 247

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