Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Elio Manzi ricognitive 17• · E tuttavia, si seguirono i criteri del periodo borbonico, persistendo nella separazione tra acque alte e basse. Sino alla prima guerra mondiale, come si rileva da una pubblicazione del Ministero dei Lavori Pubblici edita nel 1917 JS, se, erigendo un primo argine in sinistra del Volturno, si erano migliorate le condizioni tra il fiume e i Re 6i Lagni e se, con opportuni lavori, si era posto rilnedio ai danni provocati da un lungo periodo di abbandono, rimaneva tuttavia senza soluzione il problema dello scolo dell'Agro Acerrano e del territorio di Marigliano, quello della sistemazione del tratto tern1inale del lagno maestro e quello della Campagna Vicana (vedi figura). D'altra parte, ~lcuni lavori d'imbrigliamento compiuti nei bacini dei torrenti che si riversano dal Somma o dai rilievi preappenninici nella pianura, non avevano eliminato il pericolo d'inondazioni o di deposito nei canali di potenti ammassi detritici. Negli anni seguenti furono bonificate le aree più depresse della Campagna Vicana e venne sistemato il tratto terminale, prosciugando i terreni con idrovore. Gli interventi di manutenzione sulla complessa rete di canali continuavano, con ritardi talora esasperanti, 1nentre le nuove opere consistevano in un potenziamento degli argini del Volturno ed in una ennesima siste1nazione dei torrenti montani, immessi final1nente nel lagno centrale di acque alte. Si giunge così alla situazione odierna e si può facilmente constatare che ben pochi progressi si sono fatti, a prescindere dalle migliorìe nel litorale. Anzi, essendosi oggi evoluti i criteri e le finalità della bonifica, le aree carenti di scolo, ove quindi necessitano interventi radicaJi, risul17 Una compkta rassegna delle bonifiche borboniche venne redatta dal R. Istituto d'Incoraggiamento di Napoli per soddisfare la richiesta del Prefetto della città partenopea, il quale il 25-1-1863 invitava l'Istituto a ragguagliare in merito l'Amministrazione Generale di Bonificazione. È evidente che il nuovo governo non nutriva alcuna fiducia nei vecchi funzionari ex-borbonici. (Cfr. G. Nov1, Relazione intorno alle principali opere di bonificamento intraprese e progettate nelle Province Napoletane, in « Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze Naturali di Napoli », s. I, tomo XI, 1863, pp. 47-108). Raffaele Pareto, integro funzionario del Ministero dei Lavori Pubblici, compì tra il 1865 ed il 1867 una minuziosa ricognizione delle bonifiche nel Mezzogiorno e, pur riconoscendo quanto s'era fatto, intravide chiara ed urgente la necessità di opere di manutenzione straordinaria soprattutto nel bacino dei Regi Lagni (Cfr. R. PARETO, Sulle bonificazioni delle paludi esistenti nelle provincie di terra ferma dell'ex Regno di Napoli. Relazione a S.E. il Ministro di agricoltura, industria e commercio Luigi Torelli. Milano, Tip. Ingegneri, 1867). Hl MIN. LL.PP., Commissione per lo studio del piano regolatore delle bonifiche • I vol. I: Pzani reg·olatori delle bonifiche dell'Italia meridionale (escluse Basilicata e Calabria). Roma, Stabil. del Genio Civile, 1917. 222

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