Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

I Regi Lagni poiché in tal modo scarse erano le pendenze di fondo 14 • L'alluvione del Volturno del 1851 chiarì con triste evidenza i danni che le acque arrecavano, straripando sui depressi terreni tra il fiume stesso ed i Regi Lagni. Apparve insomma chiara la necessità di innalzare potenti argini lungo l'ultimo tratto del Volturno, idea peraltro coltivata dal De Rivera e dal Savarese, 111anon realizzata. La iegge borbonica del 1855 sulle bonifiche, pur oculata, non sortì effetti tangibili, poiché al governo napoletano difettò il tempo materiale per porne in atto i dettami 15 ; così, ad un periodo di relativo buon funzionamento dei Regi Lagni, seguì un altro, peggiore, per l'incertezza e l'inazione dello Stato unitario. Dopo quasi un sessantennio, infatti, molti problemi erano irrisolti e taluni, anzi, aggravati. In effetti, costituitosi il Regno d'Italia, « la conoscenza necessariamente imperfetta dei luoghi, della diversa natura delle bonifiche della penisola, degli obblighi legalmente assunti dai vari governi anteriori all'unificazione nazionale, creò la lusinga di poter regolare in modo uniforme tutta quanta la 1nateria delle bonifiche italiane ». Quanto al Mezzogiorno, il governo borbonico < aveva capito il gran peso che avrebbe esercitato sulla salute pubblica e sulla produzione del regno liberare tanta parte delle terre dalle acque e restituirle aìl'agricoltura », ma non aveva sempre operato di conseguenza; « gli uomini di governo del Piemonte erano invece ignari della gravità del problema del paludismo meridionale », poiché « nel Piemonte ... i fiumi erano stati da lungo tempo e costantemente sistemati e arginati » 16 • In quegli anni non mancarono commissioni di studio ed indagini 14 Il criterio fondamentale della bonifica del Piano Campano, sino ai nostri giorni (si veda ad es. il Voto n. 389 del 15 marzo 1962 deL Consiglio Superiore dei LL.PP.) è sempre stato quello di tenere divise le acque che giungono dal piede dei rilievi contornanti la pianura (acque alte), dalle precipitazioni che cadono direttamente su di essa (acque basse). La rete dei canali confluenti nei Regi Lagni, è perciò costituita da canali di acque alte e canali di acque basse; rispetto all'asta principale del bacino idrografico, i primi si gettano nel lagno centrale, o maestro, ed i secondi nei lagnuoli o controfossi, di destra e di sinistra, cioè i canali che affiancano il lagno maestro. Esso (di acque alte) è sempre fiancheggiato da grandi argini, al piede esterno dei quali corrono i due controfossi, anch'essi arginati almeno nella parte più bassa dell~ pianura. 15 La legge dell'll maggio affidava ad un unico ente, cioè all'Amministrazione Generale della Bonificazione, i diversi lavori sino ad allora curati dalla Direzione di Ponti e Strade, da quella delle foreste e da quella delle acque. L'Amministrazione era ovviamente incaricata della manutenzione dei Regi Lagni (R. CIASCA, op. cit., pp. 125-145). 16 R. CIASCA, op. cit., pp. 173 e 184-85. 221

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