I Regi Lagni • francese 7 • Tuttavia, alcune radicali opere, che in effeili hanno conferito alla rete dei Regi Lagni l'aspetto e le funzioni attuali, furono compiute proprio negli ultimi decenni del regno borbonico. I più valenti tecnici del tempo cercarono di apportare notevoli migliorìe alla rete dei canali minori confluenti nel solco principale, rinnovando, talora a distanza di pochi anni, alcune opere, come la siste1nazione della foce, in un'interminabile fatica di Sisifo 8 • Tuttavia, pur sussistendo questi inconvenienti, la sistemazione idraulica delle parti un po' più acclivi della pianura diede un grande ilnpulso alle attività agricole; e già all'inizio dell'Ottocento la Terra di Lavoro, l'Agro Aversano e l'Agro Nolano godevano una meritata fama di feracità. È altresì vero che, in deterrninati periodi dell'anno, le mefitiche esalazioni delle « marcite » della canapa e del lino contribuivano all'insalubrità dell'aria nei luoghi più bassi assieme alle ampie zone paludose ancora esistenti nei Mazzoni e nella Campagna Vicana 9 • D'altra parte, nei prilni decenni dell'Ottocento, nonostante che dal 1812 la cura dei Regi Lagni fosse affidata alla Direzione Generale di Ponti e Strade - il Genio Civile Borbonico - i lavori di trasfonnazione di vecchie opere, o di esecuzione di nuove, vennero effettuati con fondi stornati 7 Cfr.: C. AFANDE RIVERA, Considerazioni sui mezzi da restituire il valore proprio ai doni che la natura ha largamente conceduto al Regno delle Due Sicilie. Napoli, Stamperia del Fibreno, 1832-33, vol. I, p. 101. s A render complesso il problema della manutenzione, contribuivano le numerose derivazioni d'acqua site lungo il lagno maestro per le vasche di macerazione della canapa e per l'esercizio dei mulini, in particolare quelli reali di S. Antonio. La manutenzione era resa, come sempre, onerosa dal continuo inerbimento e dalle incrostazioni dovute alle acque delle sorgenti Mofito e Calabricito, ricche di carbonati e solfati di calcio; e la necessità di contenere in limiti accettabili la pendenza di fondo dei Lagni, impose altresì (ed impone anche ai nostri giorni) di mantenere aperta la foce diretta al mare. Sui costi della manutenzione si veda il classico: L. BIANCHINI, Storia delle finanze del Regno di Napoli, III ediz., Napoli, Stamperia Reale, 1859, passim. Cfr. inoltre: C. AFANDE RIVERA, Memoria intorno al bonificamento del bacino inferiore del Volturno. Napoli, Stamperia del Fibreno, 1847, pp. 9-11; G. SAVARESE, Bonificamento, op. cit., pp. ~- 9 S. DE RENZI, Miasmi paludosi e luoghi del Regno di Napoli dove si sviluppano. Napoli Tip. Vara, 1826, passim. AFANDE RIVERI\ (Memoria intorno al bonificamento op. cit., pp. 9-10) scriveva: « Ma per compiere il bonificamento di quelle fertHissime campagne è ormai tempo che si abolissero le gore di macerazione del lino e della canapa che per la più parte si stabilirono nelle lunate abbandonate dell'antico Clanio. Si tratta di far cessare nel cuore deJla campagna felice il detestabile abuso di promuovere durante la macerazione una pestifera infezione che mena strage tra la popolazione coltivatrice e rende inabitabili le campagne nelle adiacenze delle gore». Le «marcite», tuttavia, non furono eliminate, per l'opposizione dei produttori, e sono state usate fino alla recente decadenza della canapicoltura. 219
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