Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

I Regi Lagni mutando ed ingigantendo, per cui si rende indispensabile una completa ristrutturazione delle antiche opere idrauliche, create con intenti parzialmente diversi e, di certo, più circoscritti; eppure, ancor oggi, nelle linee basilari, la rete dei Regi Lagni rispecchia il disegno che risale al periodo vicereale ed il necessario perfezionamento realizzato dal governo borbonico. II. Lo stesso interesse dell'amministrazione spagnola per un'opera di bonifica lascia intendere quale fosse l'importanza del mantenimento di un ordinato regime idrografico della Pianura Campana; ed il paludismo doveva essere ben grave, nel secolo XVII, per provocare l'azione di un governo che è rimasto sotto accusa soprattutto per il suo assenteismo. È certo, infatti, che in epoca romana le condizioni idrauliche, agricole e quindi sanitarie delle pianure costiere meridionali erano migliori che non nei secoli successivi. E questo grazie alle bonifiche ed alla dispendiosa manutenzione delle opere relative. Peraltro, già durante il medio e tardo Impero, la pur buona amministrazione romana, assorbita dagli enormi compiti di governo sui tanti popoli soggetti, trascurò le opere pubbliche, dando inizio al secolare processo d'impaludamento e di abbandono delle feraci aree pianeggianti litoranee del Mezzogiorno 2 • Nei secoli più bui dell'Evo Medio s'acuì l'abbandono delle sedi costiere e poco rilevate, vuoi per la malaria ormai imperante, vuoi per le continue incursioni degli arabi e dei pirati barbareschi, che sin dal secolo IX contribuirono non poco a respingere le popolazioni sui monti, ove, d'altronde, per necessità vitali, folti boschi furono tagliati. Di conseguenza, il regime delle acque divenne ancor più irregolare. La stessa Pianura Campana non fu esente da tale rovina 3 • Nel tardo Cinquecento, governando don Pedro de Toledo, il territorio dal Volturno sin quasi ai Campi Flegrei, dal Vesuvio ai rilievi preappenninici, era largamente paludoso. Poiché la malaria minacciava da presso la capitale, il viceré incaricò Antonio Dixar di progettare come collettore di tutte le acque d~lla pianura, un grande canale che la rendesse così asciutta e coltivabile 4 • In effetti, sino ad allora, il fiume Clanio scorreva privo di qualsiasi regolazione nel solco più depresso 2 R. CIASCA, Storia delle bonifiche del Regno di Napoli. Bari, Laterza, 1928, p,p. 27'- 31; L. CASSESE, Le bonifiche nel Mezzogiorno d'Italia durante il periodo spagnolo. in « Società», X (1954), n. 1, pp. 65-83, in part. p. 67. 3 L. CASSESE, cit., pp. 67-69. 4 .b .d ., z L em, p. ,2. 217

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