Ugo Leone corre una ben indirizzata volontà politica che sappia cogliere le occasioni per portare avanti senza squilibri una « strategia di sviluppo integrato ». Il Molise - ha scritto giustamente Giovanni Russo in un'inchiesta per il « Corriere della sera » - è un test esemplare di quello che potrà succedere, fra pochi anni, in tre quarti dell'Italia meridionale, se l'emigrazione continuerà al ritmo attuale. « La più giovane e la più piccola Regione italiana è, infatti, •minacciata di morte, corre il rischio di perdere ogni giustificazione storica ed economica, proprio nel mon1ento in cui dovrebbe pensare ad un migliore avvenire». Arrestare l'esodo, creare fonti di lavoro, riorganizzare il territorio, non devono essere solo facili slogans: sono, in realtà i punti caratterizzanti un preciso impegno: l'impegno assunto dalla classe politica nel 1964 nel momento stesso in cui decideva di fare del Molise la ventesima Regione d'Italia. Un impegno preciso che la classe politica ha assunto con i Molisani, certo, ma anche con se stessa, per giustificare la scelta che faceva. A tutt'oggi non possiamo registrare alcun segno del mantenimento di tale impegno, se è vero, e i numeri parlano chiaro, che la popolazione continua a lasciare in massa la regione. Malgrado ciò, il Molise ha ancora le sue carte da giocare; e a quelle che siamo andati sin qui considerando voglian10 ora aggiungerne un'altra che, se ben giocata, può avere un suo peso. Abbiamo poco prima lamentato il secolare isolamento della regione. Ebbene, questa realtà geografico-economica ha avuto anche un aspetto positivo: quello della « conservazione » in molti paesi di un ambiente urbano assolutan1ente incontaminato, con monumenti archeologici ed artistici sconosciuti ai più e un artigianato sotto certi aspetti « unico ». Vogliamo subito rifuggire da sterili atteggiamenti « bucolici » di esaltazione della mitica « civiltà contadina» incontaminata da secoli. Ma non possiamo fare a meno di sottolineare l'importanza di quella che è una vera e propria « ricchezza». Una in1portanza che (a prescindere dagli incontestabili « valori » intrinseci di una simile realtà) assume particolare rilievo oggi, in un'Italia indiscri•minatamente distrutta in ogni tipo di ambiente, travolta dai prodotti dell'industria di massa e, nello stesso tempo, investita da una più o 1neno sincera ondata ecologica. Pochi conoscono le botteghe di autentici maestri nell'arte del rame o nell'incisione del legno, di Capracotta e di Agnone; pochi sanno che nella stessa Agnone si costruiscono campane per le chiese più importanti del mondo; e non molti conoscono i prodotti del ricamo al tombolo delle donne di Isernia. Valorizzare questo tipo di artigianato e comprendere, una volta 214
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==