Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Ugo Leone Per paradossale che possa sembrare, il rischio c'è ed è grave: già la speculazione edilizia è in agguato. Dal prima al dopo FIAT il prezzo dei terreni da costruzione è aumentato di 4-5 volte a metro quadro; il fitto mensile delle abitazioni è aumentato del 25-30%; la rete fognaria dà segni di « stanchezza »; le situazioni scolastica e sanitaria sono comunque in crisi; in una parola, senza un minimo di « attenzione » Termoli può « scoppiare » da un momento all'altro trascinando con sé il resto del Molise. È il classico esempio della barca che rischia di affondare perché tutti gli occupanti si accalcano ad una estremità. Al contrario, con un minimo di «attenzione» la FIAT può significare molto per il Molise intero. Si pensi che il citato Schema di sviluppo del CRPE auspicava la realizzazione nella regione di· « una o più iniziative nel settore industriale » che potessero creare « complessivi tremila posti di lavoro per un investimento di 20-30 miliardi di lire »; la FIAT investe 47 miliardi e prospetta 4.000 posti di lavoro. Fare di una simile occasione un motivo di disordine e di squilibrio è semplicemente suicida. Diverso è il discorso per le zone più interne, di Campobasso e Isernia. Campobasso è l'unico centro urbano del Molise che tra i due censimenti sia stato in grado di esercitare .una certa « attrazione» sul territorio circostante che malgrado ciò ha, comunque, perso circa diecimila residenti dal '61 al '71. D'altra parte, rileva la SVIMEZ, « la crescita del capoluogo è ostacolata dalla collocazione geografica, decentrato com'è, a circa 700 metri di quota, rispetto ai fondovalli del Biferno e del Tappino, che saranno attraversati dalle nuove infrastrutture stradali ». Pertanto, le prospettive per il prossimo futuro « confermano l'emarginazione del comprensorio di Campobasso dal processo di sviluppo industriale, e l'unico investimento industriale previsto riguarda una iniziativa nel settore alimentare a Boiano ». Maggiori possibilità, invece, presenta la zona gravitante su Isernia. Anche qui siamo di fronte ad un'area di massiccia emigrazione; tuttavia per quanto riguarda le « suscettività di sviluppo » c'è da rilevare che la parte meridionale, l'area, cioè, comprendente l'alta valle del Volturno e i centri di Venafro e Isernia, con le nuove infrastrutture viarie, si trova oggi in migliori condizioni di accessibilità. L'avvio di un processo di formazione urbana e di concentrazione industriale sembra, quindi, più possibile nella zona Isernia-Venafro dove, oltretutto, sono disponibili territori pianeggianti relativan1ente ampi e dove è stato riconosciuto il « Nucleo di industrializzazione IserniaVenafro ».· Dal quadro che abbiamo a grandi linee disegnato appare, dunque, 212

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