La « riserva» del Molise Nella regione sono stati riconosciuti tre « comprensori di bonifica »: bassa valle del Biferno, alto e medio Biferno e piana di Venafro. Il primo, nel quale sono raggruppati i comprensori di bonifica destra Trigno e basso Biferno e Larinese, si estende su una superficie di 68.668 ettari, considerata zona d1intervento della Cassa per il l\1ezzogiorno « in quanto direttamente interessata allo sviluppo delle iniziative derivanti dalla utilizzazione irrigua del Biferno ». Taìe fiume, sbarrato presso Ponte Liscione, d'arà origine ad un serbatoio di 150 milioni di metri cubi di acqua da utilizzare, oltre che per scopi industriali e potabili, per l'irrigazione della piana di Larino e della bassa valle del Biferno. Nel comprensorio di bonifica montana dell'alto e medio Biferno la zona di « intervento» si estende su circa 9.000 ettari (prevalentemente nella zona di Boiano ). In questo comprensorio l'intervento « Cassa » si è limitato alla esecuzione di opere di conservazione del suolo e alla costruzione di alcune strade; il « programma quinquennale 1965-69 » però, prevedeva anche la valorizzazione irrigua della zona tramite lo sbarramento del torrente Quirino allo scopo di formare un serbatoio irriguo, nonché tramite lo sfruttamento delle acque delle sorgenti rinvenute nella zona di S. Maria e S. Giacomo (con una disponibilità per l1irrigazione di 500 litri al secondo) e « di quelle che - in base alla convenzione tra la Cassa ed altri enti - sono state riservate, sulla portata del Biferno, all 1agricoltura della zona di Boiano (altri 500 litri al secondo)». Infine nel comprensorio della piana di Venafro ( 4.380 ettari), accanto al problema della estensione dell'irrigazione in tutta la piana si pone anche quello della « sistemazione idraulica in tutta la piana e dei fossi che, scendendo dalle colline circostanti si gettano nel Volturno interessando la zona irrigua ». Complessivamente, nei tre comprensori, la superficie pianeggiante, nella quale è possibile effettuare l'irrigazione con prospettive di radicale evoluzione degli ordinamenti colturali « verso forme altamente qualificate », si estende su poco più di 36.000 ettari per oltre la metà nel basso Biferno. La rimanente parte (oltre il 91 % ) della superficie agraria e forestale della regione è costituita da zone di collina e di montagna nelle quali l'agricoltura presenta esigenze di ristrutturazione su nuove basi, con l'abbandono delle forme «promiscue» là dove non proficuamente realizzabili. Nell'obbiettivo di un definitivo assetto dell'agricoltura, infatti, questo indirizzo si potrà conservare soltanto nella bassa collina tra il Trigno e il Biferno, nei « sottobacini » del Sente e del Verrino, nella zona di Isernia ed in quella non irrigua del medio Volturno per una superficie di circa 63.000 ettari (15% della superficie agraria e forestale). Sul restante territorio collinare (circa 180.000 ettari, 43% 209
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