Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Ugo Leone politane più vicine; la disponibilità di una rete di trasporti interni che configuri più ampi bacini dì manodopera - non solo limitati alla scarsa popolazione residente nei centri principali -. ed infine l'inserimento della regione nelle linee di grande traffico nazionale, sono altrettanti motivi da cui dipende la capacità di sviluppo del Molise » 5 • La rottura dell'« isolamento » della regione, infatti, insieme con la constatazione del « dinamismo» delle aree limitrofe di Pescara e Foggia e, quindi, la possibilità di costituire una « cerniera » tra le due aree costituisce uno degli strumenti indispensabili di cui servirsi per tentare d'invertire le attuali tendenze demografiche ed economiche che fanno del Molise la regione più depressa d'Italia. 3. Il territorio molisano, come è noto, è costituito per oltre la metà (55,3%) della superficie, da montagna interna; il resto è classificato come collina interna e collina litoranea. Un territorio, dunque, che degrada lentamente dai 2050 metri di monte Miletto nel massiccio del Matese, fino all'Adriatico, dove la costa presenta uno sviluppo di circa 32 chilometri dalla foce del fiume Trigno a quella del torrente Saccione. Una natura geomorfologica di questo tipo non indica una particolare « suscettività » del territorio ad insediamenti intensivi se non lungo la costa adriatica e nel « triangolo » Venafro-Isemia-Campobasso. E infatti sia l'ISPES, sia il Centro di studi e piani economici, sia il CRPE molisano, sia la SVIMEZ che, a vari livelli, si sono interessati del problema, hanno riscontrato possibilità di sviluppo essenzialmente nella fascia costiera (Termoli), nella zona Campobasso-Boiano e in quella Isernia-Venafro. In più il CRPE indica possibilità di sviluppo (turismo) per le zone di alta montagna lungo il versante nord-ovest della regione. Le zone individuate sono abbastanza diverse tra loro anche per struttura geografica e, quindi, diversi sono i tipi d'intervento possibili; interventi che vanno effettuati, non ci stancheremo mai di ripeterlo, nel pieno rispetto delle vocazioni delle singole zone. Certo il Molise non si può considerare una regione ricca di risorse proprie: tutt'altro. Non manca l'a~qua, però, e sappiamo bene quale ruolo possa giocare l'acqua quale fattore di sviluppo; così come sappiamo che se materie prime ed energia sono oggi abbastanza agevolmente trasportabili, molto più difficile, invece, è l'approvvigionamento idrico per quelle zone che ne manchino. Questa considerazione, obiettiva1nente positiva, ci induce a considerare immediatamente quali possibilità ha l'agricoltura molisana di trarre vantaggio dalla utilizzazione dell'acqua. 5 SVIMEZ, cit. 208

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