Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

La « riserva » del Molise tinuerà ad essere una regione fantasma e i suoi abitanti, appagati, magari, dall'avere una « propria » regione e due « proprie » province, continueranno a ricadere sotto l'influenza di Napoli per i servizi urbani di grado superiore. Una tendenza, questa, che sarà ulteriormente accentuata appena ultimata la rete stradale oggi in fase di costruzion~. Infatti la « fondo valle del Tappino » ( un tronco della Roma-Molise-Puglie) per le comunicazioni con Roma e con le Puglie, la « fondo valle del Tammaro » per le comunicazioni con la Campania e la prevista dorsale appenninica Terni-L'Aquila-Castel di Sangro-Isernia-Benevento-Autostrada Bari-Napoli renderanno più agevoli gli sposta1nenti all'interno e verso l'esterno della regione permettendo, così, di raggiungere più facilmente i « servizi superiori » di Napoli e, magari, di Roma. E questa sarà già una fortuna, se si pensa che oggi quei servizi bisogna comunque raggiungerli, ma in condizioni di estremo disagio. L'unica città in cui si può riscontrare una certa presenza articolata delle attività di sen,izio urbano è Campobasso; ma, sernpre secondo la SVIMEZ, tale presenza è talmente « debole » nel suo complesso, da rendere pressoché assenti nella regione i servizi di livello superiore. Tali considerazioni non devono, comunque, far venir meno l'esatta valutazione della necessità che anche all'interno della regione si attrezzino « centri di servizio» sufficientemente dotati di funzioni urbane di livello intermedio e tali da assicurare perlomeno i servizi indispensabili in loco. Questa funzione potrebbe essere svolta essenzialmente dal capoluogo, Campobasso, ma anche dai centri di Termoli e Isernia in seguito alla totale apertura della autostrada adriatica, il primo, e della progettata superstrada Foggia-Campobasso-Isernia-Autostrada del Sole, l'altro. Dunque il Molise, in assenza di una propria « armatura urbana » come di una propria economia, si può considerare come parte integrante degli hinterlands delle maggiori « concentrazioni demografico-produttive » delle regioni vicine, e segnatamente dell'area metropolitana di Napoli e delle due minori aree di Foggia e di Pescara. Ciò vuol dire che le prospettive di sviluppo della regione dipendono, da una parte, dalla evoluzione delle citate aree urbane; dall'altra, dalla capacità dei pochi centri urbani individuati (Campobasso, Isernia e Termoli) di fornire capacità di lavoro sufficienti a trattenere la popolazione che altrimenti continuerebbe ad emigrare. Se sono giuste queste premesse, è eyidente, ci pare, quale importante ruolo tocchi alle « condizioni di accessibilità » interne ed esterne alla regione, vale a dire ad una efficiente rete di trasporti. Condividiamo infatti piena.mente l'affermazione secondo la quale « la possibilità di fruire in un tempo breve di viaggio dei servizi superiori delle aree metro207

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