Luigi Mendia napoletani o della « kelsa » palermitana, della fatiscenza e carenza delle scuole e degli ospedali, della speculazione edilizia, né occorre una particolare forma di pianificazione per indirizzare la formazione professionale e incentivare l'attività di ricerca verso certi problemi fondamentali del risanamento ambientale, o per redigere regolamenti anche transitori a disciplina delle leggi esistenti. Il non iniziare queste azioni elementari già da tempo individuate, consente a coloro che intendono per un motivo o per un altro mantenere questa situazione di stasi, di sostenere che i tempi non sono ancora maturi, che mancano gli strumenti opportuni per una pianificazione, che vi è carenza di leggi. A questo proposito si usa portare gli esempi di aìtri paesi, dimenticando quanto grande nel settore in argomento sia il nostro divario rispetto a questi stessi e come l'acquisizione di certi livelli di vita comporti un'indispensabile gradualità. Quanto detto non toglie, ovviamente, alcunché di credito a quelle azioni che si stanno intraprendendo nel campo della pianificazione a livello nazionale. Ma proprio per le due anime che caratterizzano il nostro paese, man mano che procedono interventi di tipo immediato, bisogna avviare l'azione di più largo respiro. Noi auspichiamo, senza volere prospettare formule, che le iniziative intraprese da parte del Ministero del Bilancio, dal Consiglio delle Ricerche, dal Ministero degli Esteri, affiancate da quelle prese ad altro livello dal Senato e dalla Can1era, possano coagulare dando luogo ad un'azione politica integrata che possa farci superare la stasi attuale, restituendo al paese, se non quelle condizioni ambientali che ne giustificarono la definizione di giardino d'Europa o .promossero il viaggio di un Goethe, almeno quelle che senza retorica, costituiscono il presupposto fondamentale per una reale presenza dell'Italia nel novero dei paesi civilmente coscienti, il civismo essendo il presupposto di base di ogni discorso sulla qualità di vita. A conclusione di questo scritto vorre1nmo chiarire che la nostra posizione nei riguardi dei problemi nazionali è di tipo realistico. Il progra1nma da avviare, a nostro parere, è di identificare le priorità degU interventi da attuare nell'immediato futuro, nell'ambito delle esigenze fondamentali e di definire i relativi finanziamenti e le modalità d'intervento. In questo senso il decentramento regionale dovrebbe consentire di syeltire molte procedure. A fianco di quest'azione di base occorre, ancora, verificare la validità degli interventi già programmati, soprattutto per quanto riguarda le localizzazioni industriali. Questioni ad esempio co1ne l'ubicazione delle nuove centrali dell'ENEL, vanno risolte con chiarezza e per tempo. Sono scelte 202
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