Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

L'età dell'ambiente Lo spazio disponibile non ci consente di dilungarci adeguatamente sull'analisi del nostro rapporto. Vorremmo, comunque, mettere in evidenza la sincerità del suo contenuto. Senza veli e con dignità sono state messe in luce tutte le carenze della nostra struttura amministrativa e legislativa in materia ambientale, così come sono state illustrate le condizioni di deterioramento paesaggistico e di inquinamento dell'acqua, dell'aria e del suolo che affliggono il nostro paese. Ogni fumisteria sarebbe stata, oltretutto, controproducente. A conforto sono state presentate le linee delle varie azioni che a livello pubblico e di varie Associazioni sono previste attualmente ed jn futuro, per quanto concerne la protezione delle risorse, del paesaggio, dei beni culturali. È significativa anche la denunzia dei motivi che hanno portato il « Bel Paese » allo stato di deterioramento attuale. A questo proposito va segnalata la mostra allestita da Italia .Nostra nell'ambito del « Forum »; è una mostra che dovrebbe essere presentata a tutto il paese, che meriterebbe la più ampia diffusione. Riferendoci alla preoccupazione espressa da Mansholt, diremo che l'esame dei sinton1i è soddisfacente e che è tempo di passare ad un'impostazione dei rimedi. Più volte noi stessi, e studiosi meglio di noi qualificati, hanno tracciato una Unea indicativa. Se i guai del nostro paese si profilano in un certo senso come la somma di tutti i problemi esistenti negli altri paesi, ciò è conseguenza degli squilibri che lo affliggono e del dualismo tra Nord e Sud. Noi dobbiamo nello stesso tempo tendere ad elevare i tassi di occupazione, a conservare la vocazione turistica del paese, a portare il Mezzogiorno a livelli di vita paragonabili a quelli delle altre regioni europee, nonostante la carenza di un retroterra culturale adeguato, una situazione econo1nica generale quantomeno di scarsa tranquillità, la carenza di strutture amministrative, tutta una serie di problemi tecnici elementari ancora da risolvere ed l'insieme di impegni internazionali già assunti. Basti accennare che in Italia solo il 50% degli abitanti al più, è servito da una efficiente rete di fognatura e che gli impianti di depurazione in funzione in tutto il territorio sono al disotto del centinaio, che lo smaltimento dei rifiuti solidi avviene per più del1'80% con sistemi primordiali. Prima ancora cioè di avviare un discorso di scelta di sistemi di comportamento, di « filosofie » dell'ambiente, c'è da rimboccarsi le maniche per risolvere innanzitutto problemi di base. che, ancor prima di richiedere l'impiego di- tecnologie avanzate, necessitano dell'applicazione dei principi fondamentali della ingegneria sanitaria, già noti da almeno cinquanta anni. Non occorre definire i parametri di qualità della vita per risolvere i problemi delle fognat~re dissestate o inesistenti, quelli dei « bassi » 201

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