Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Vittorio Barbati superare quella mancanza di conformità in materia lamentata nelle citate comunicazioni. Oggi, accanto al dilemma «accentramento-decentramento», si può parlare di un dilemma« tecnocrazia-democrazia». Soprattutto per le maggiori impostazioni - quelle politiche e quelle di alta amministrazione - l'apporto di elementi dotati di una preparazione molto approfondita si rivela ormai indispensabile. Ciò porta a sostenere la necessità di stabilire, nel governo della cosa pubblica, un equilibrio politico-tecnico più validò di quello attuale, e di valutare le opportunità della « democratizzazione » nel quadro di tale equilibrio. In questo scritto abbiamo inteso mettere in risalto alcuni problemi divenuti attuali in seguito alla nascita delle Regioni a statuto ordinario. L'analisi compiuta, ovviamente, non può essere considerata completa. E nemmeno approfondita. Molte questioni - a cominciare da quelle di ordine finanziario e da quelle relative aUa programmazione - non sono state trattate. Altre sono state appena sfiorate. Ciò che comunque abbiano voluto sostenere qui - è opportuno ribadirlo - è che occorreranno parecchi anni prima che le Regioni assumano una fisionomia sufficientemente definita. E che potranno assumere tale fisionomia, acquistando così una suflìciente validità, solo nel quadro del riordinamento globale del nostro sistema pubblico. Un riordinamento che va impostato su basi nuove, soprattutto concettualmente, e senza schematizzazioni rigide ed assolutistiche. VITTORIO BARBATI 110 BibliotecaGinoBianco

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