Nord e Sud - anno XIX - n. 150 - giugno 1972

Cronache meridionaliste settori manifatturieri ad alto sviluppo di occupazione o a tecnologia intermedia ed avanzata ») a interventi nei « servizi di carattere infrastrutturale », magari a interventi per alleggerire la tensione che le carenze dei servizi provocano nelle aree metropolitane del Nord, congestionate da un'immigrazione che non sarebbe possibile intercettare - e che quindi potrebbe continuare e perfino aumentare, anche senza richiami di nuove Rivalte - se l'industrializzazione del Sud non dovesse progredire più rapidamente di quanto finora non abbia progredito. Forse si deve partire dall'esigenza di accertare quale costo potrebbe essere chiamato a pagare il Mezzogiorno per la crisi economica; e di accertare con i sindacati come si può limitare questo costo, o addirittura evitare che sia il Mezzogiorno a pagarlo. Certo non si deve distogliere l'attenzione dal Mezzogiorno e si devono, anzi, richiamare i sindacati alla coerenza con il documento che le confederazioni hanno elaborato il 15 luglio del 1971 e nel quale si diceva che l'azione contrattuale dev'essere cornpatibile con l'impegno per il Mezzogiorno e per l'occupazione; nia il governo dovrà dimostrare che questo impegno è la linea maestra del suo program1na, il criterio-guida delle sue decisioni, la pietra di paragone della sua volontà politica. E se i socialisti fossero consapevoli non solo delle buone ragioni che inducono un Sylos Labini a dichiarare che «certi» tabù della sinistra dovrebbero ormai cadere, ed a riproporre il discorso sul Mezzogiorno e sulla sua industrializzazione come quello che condiziona la programmazione dello sviluppo e lo sviluppo stesso dell'economia e della società nel nostro paese, ma anche dei problemi di co1npatibilità e di coerenza che derivano dall'affermazione della priorità meridionalista, tutto diventerebbe più facile di quanto oggi non lo sia: anche l'autunno dei contratti e naturalmente, soprattutto, l'avvio di una legislatura che possa concorrere a portare il paese fuori della confusione; e dentro l'Europa. Comunque sia, ci ripromet- · tiamo di approfondire le questioni che Sylos Labini ha sollevato e sollecitiamo lui stesso a insistervi perché ci sembra che questo sia il mo1nento in cui, tra gli altri rischi, ci sia anche quello di pregiudicare irreparabilmente lo sviluppo del Mezzogiorno, con le conseguenze anche politiche che Sylos Labini - interpretando il « voto di protesta» nel Mezzogiorno e l'atteggiamento di meridionali in1migrati al Nord che una volta facevano i « crumiri », ma che oggi si arruolano fra gli estremisti nei « gruppusculi » - giustamente non ha sottovalutato. FRANCESCOCOMPAGNA 43

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