Ugo Leone di « tronchi dorsali » che dovrebbero costituire « l'ossatura portante » della rete e dai quali dovrebbero dipartirsi le ramificazioni necessarie per raggiungere le aree di consumo. Una volta realizzato il programma, la rete dei metanodotti raggiungerà uno sviluppo di circa 9.000 chilon1etri portando le vendite di gas naturale dagli otto miliardi del 1966 a 17-20 miliardi nel 1980. Abbiamo sin qui dato uno sguardo alla evoluzione del ruolo di tre grosse fonti di energia nel bilancio energetico nazionale: l'elettricità, il petrolio, il gas naturale. Occorre ora cercare di indicare quali sono le prospettive del settore. Dai primi del '900 ad oggi i consumi di energia sono andati crescendo ad un ritmo eccezionale. Tali consumi, ai quali si è fatto fronte in un primo tempo col ricorso ai combustibili solidi e alla energia idroelettrica, sono stati poi coperti in misura sempre crescente dagli idrocarburi e in particolare dal petrolio, che oggi soddisfa oltre i tre quarti del fabbisogno. Nei prossin1i dieci anni la situazione non dovrebbe cambiare; anzi si prevede un ulteriore aumento del peso del petrolio che nel 1980 dovrebbe contribuire per più dei quattro quinti alla copertura del fabbisogno energetico italiano. Tutto ciò, lo abbiamo già messo in rilievo, si tradurrà evidentemente in un ulteriore aumento del grado di dipendenza dell'Italia dalle fonti energetiche importate. D'altra parte esiste in tutti i paesi la tendenza ad accrescere la produzione di elettricità, fonte di energia pulita e facilmente trasportabile anche a lunga distanza. Questa tendenza, come abbiamo visto anche in un precedente articolo, si è manifestata anche in Italia, dove la domanda di energia elettrica si è quasi raddoppiata negli ultimi djeci anni raggiungendo 115 miliardi di chilowattore nel 1970. Tale fabbisogno, nello stesso anno, è stato coperto per il 36,5% dalla produzione idroelettrica, per il 56,6% dalla termoelettrica tradizionale, per il 2,2% dalla geotermica e per il 2,7% dalla nucleare. È sul concreto aumento di questo tre per cento circa di energia nucleare che bisogna decisamente puntare nella politica energetica italiana per contare su una energia più economica e più pulita. UGO LEONE 94
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