Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Gian Giacomo dell'Angelo tagna dal suo isolamento, fornendone i mezzi non saltuariamente e con provvedimenti straordinari ma attraverso una coerente politica di bilancio. 4. Si potrebbe a questo punto avanzare un interrogativo sul signicato che, nelle attuali condizioni, possono avere i piani di sviluppo economico-sociale richiesti alle comunità. Per non riprendere una disquisizione sulle procedure di programmazione 5 , ricorderò che il principio della partecipazione, a cui si ispirano tutti gli statuti regionali, si attua, oltre che in forme, anche in momenti diversi. I momenti che la programmazione prevede, sono quello della conoscenza, quello delle decisioni, quello delle azioni. La .funzione partecipativa va esercitata in ciascuno di essi. Poiché il piano economico-sociale, che oggi - in assenza di « indicazioni » del piano regionale e di quello nazionale - può essere richiesto alle comunità, può assun1ere soltanto un significato propositivo, esso si colloca nel primo di quei tre momenti. Esso può cioè fornire un contributo di conoscenza alla messa a punto degli atti in base ai quali saranno fissati gli obiettivi e destinate le risorse. Questa interpretazione non comporta uno scadimento di valore del piano in questione. Per i bisogni immediati della montagna si può infatti provvedere, com.e si è visto, attraverso l'art. 19; per i bisogni di un comportan1ento, che sia effettivamente ispirato ai principi della partecipazione e della programmazione, la formulazione di un quadro conoscitivo dei bisogni, delle suscettività e delle più opportune soluzioni costituisce il naturale momento di inizio per la maturazione di quel comportamento. Sarà poi attraverso un processo iterativo fra comunità e Regione, e tra questa e le sedi centrali, che prenderà forma quel sistema di programmazione che dovrebbe consentire di operare, in ultima istanza, per mezzo dei piani zonali. Direi, dunque, per concludere, che non dovrebbero esservi remore per dare inizio ai lavori delle comunità anche perché attraverso questo primo impegno, teso a prevedere le « concrete possibilità di sviluppo », la loro forza di coesione verrà saggiata e comincerà a formarsi quella capacità di auto-controllo, che è garanzia del loro futuro. Ma vorrei ancora aggiungere che il quadro di riferin1.ento, cui la Regione si ispirerà per fornire le proprie « indicazioni », non potrà risultare da una semplice sommatoria delle proposte e dei problemi, così come verranno espressi dalle singole comunità; quel quadro sarà il frutto di una, interpretazione effettuata alla luce degli obiettivi ai quali la collettività nazionale si sarà prefissa di pervenire. Quanto all'agricoltura, s1 5 Cfr. G. G. DELL'ANGELO, Le procedure di programmazione per la montagna, 1n « La Rivista Trimestrale di Diritto Pubblico », n. 1, 1972. 70

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==