Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Argom.enti progetti di investimento nelle regioni più arretrate, attraverso la Banca Europea degli Investimenti. Nell'ottobre del 1969 questa impostazione subiva un sostanziale cambiamento, con la presentazione al Consiglio dei Ministri della Comunità, da parte della Commissione, di una nota sulla politica regionale. In essa si faceva rilevare come il passaggio alla fase di coordinam.en to delle poli ti che economiche dei paesi membri richiedeva che si desse particolare attenzione al problema degli squilibri regionali, la presenza dei quali non solo contrastava con l'obiettivo dello sviluppo armonico della Comunità accolto dal Trattato di Ron1a, ma metteva in pericolo le possibilità stesse di un effettivo coordinamento tra le politiche economiche. Sia in quella nota, sia in una comunicazione successiva del maggio 1971, la Commissione avanzava al Consiglio una serie di proposte operative che avrebbe consentito alla Comunità di assun1ere un ruolo più attivo in tema di politica regionale; proposte che a tutt'oggi rimangono senza definizione o risposta da parte del Consiglio. A seguito delle proposte della Co1nmissione, si avevano due prese di posizione da parte dell'Italia: un memorandu1n sulla politica regionale, presentato dal Governo italiano nel luglio 1970, e un memorandum sulla politica dell'impiego, presentato dal Ministro italiano del lavoro e della previdenza sociale, on. Donat-Cattin, nel giugno 1971. In questi documenti l'Italia avanzava alcune critiche all'impostazione deJla politica regionale formulata dalla Commissione e richiedeva un impegno finanziario più consistente che per il passato a favore del Mezzogiorno italiano. La posizione italiana subiva tuttavia una seria sconfitta nella riunione del Consiglio del 20 ottobre scorso, in cui si constatava la indisponibilità degli altri Stati di impegnarsi per la eliminazione degli squilibri regionali all'interno della Comunità. Passando, quindi, al commento degli scritti piu recenti in tema di politica regionale cornunitaria, è utile iniziare dalla relazione del prof. Giersch, la quale chiarisce assai bene i motivi che rendono oggi indispensabile, di fronte all'allargamento e all'approfondimento della Comunità verso cui ci si muove, affrontare i prob]emi della politica regionale. Il processo di integrazione europea, si osserva nella relazione, ha avuto degli effetti rilevanti sulla struttura regionale. All'atto dell'integrazione, infatti, gli Stati europei presentavano una localizzazione delle attività pr(?duttive di tipo tale che la Comunità nel suo 57

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