Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Francesco Compagna raccogliere l'indicazione che il corpo elettorale aveva saputo e voluto esprimere. I due partiti socialisti e le correnti più rissose della DC, invece di cercare la coesione della maggioranza, si sono adoperati per esasperare la divaricazione della maggioranza. Le manovre di schieramento sono diventate sempre più sofisticate, gli scavalcamenti sempre più spregiudicati, le interdizioni se1npre più distruttive, i giochi di potere sempre più oppressivi. E così le questioni di contenuto sono state maltrattate, deformate, strumentalizzate; e quanto più si parlava di programmazione e di riforme, tanto più si lasciavano con1promettere le condizioni della programmazione e delle riforme. La conflittualità permanente non consentiva gli aumenti della produttività necessari per compensare i sopravvenuti aumenti dei costi di lavoro; le spinte corporativistiche si accavallavano incontrastate e le concessioni settoriali che la classe politica si lasciava strappare da queste spinte dirottavano verso consumi individuali risorse che si dovevano destinare al miglioramento e all'espansione dei consumi sociali e quindi alle riforme, o risorse che si dovevano destinare agli investimenti direttamente produttivi per creare nuovi posti di lavoro nel Mezzogion10. Intanto, una ventata di irrazionalis1no, di estetismo, di decadentismo investiva da sinistra il nostro paese. Noi non ci siamo lasciati annebbiare le idee e abbiamo condannato le manifestazioni di sinistrismo di maniera e di comodo che ci sembravano tanto più velleitarie quanto più provocatorie. Abbiamo condannato questo sinistrismo con1e una manifestazione di invecchiamento al vertice e di infantilismo alla base della sinistra; invecchiamento e infantilismo avallati da intellettuali estetizzanti, opportunisti, conformisti dannunziani di sinistra e neofiti della sociologia. C'è stata infatti, all'origine della crisi politica, anche una crisi della cultura politica. Alla serenità e alla severità degli studi cui era stata improntata la stagione crociana della cultura italiana si è sovrapposta una carnevalata, per così dire, dannunziano-feltrinelliana; e con l'improvvisazione, alimentata dalle facili e orecchiabili generalizzazioni catechistiche di chi si compiace di scrivere e di parlare senza affaticarsi a leggere e a pensare, l'intellettualismo ha inquinato la cultura; così a una cultura storicista che distingue, si è sovrapposta la nebbia di una cultura sociologica che classifica, e quindi perde quel senso delle distinzioni che da De Sanctis e Cattaneo in poi ha sempre costituito il connotato di modernità e di intelligenza della cultura politica nel nostro paese. Noi non l'abbiamo perso, il senso delle distinzioni. L'esperienza 44

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