Vittorio Barbati In questo quadro, ogni nuova realizzazione ha spinto alla messa a punto della parata corrispondente e questa, a sua volta, ha stimolato nuovi sviluppi. Per la delizia dei cultori di abbreviazioni, ma non certo per quella dei responsabili delle finanze delle due superpotenze, una nuova fioritura di sigle, più o meno enigmatiche, è venuta ad aggiungersi a quella già esistente: si è cominciato a parlare di AMSA, di ABM, di FOBS, di MIRV, di MRV, di ULMS, di ABRES e via dicendo. Il guaio è che queste sigle corrispondono ad armi micidiali, che costano miliardi di dollari. O di rubli. Miliardi che le due superpotenze cominciano a non essere più in grado di spendere. Dalla co1nparsa sulla scena, nella seconda metà degli anni cinquanta, dell'ICBM, ossia del missile balistico intercontinentale, fino a quel periodo imprecisato di cui si è parlato prima, gli arsenali strategici delle due superpotenze sono stati orientati in funzione della cosiddetta « strategia del secondo colpo ». Il principio di questa strategia è molto semplice: una nazione dotata di un arsenale nucleare è garantita contro un attacco pure nucleare quando è in grado di scatenare una rappresaglia devastatrice anche dopo aver subìto tale attacco. In tali condizioni chi sa di poter subire una risposta di questo genere (secondo colpo) non attacca (ossia non sferra il « primo colpo » ). Quando due potenze si trovano entrambe in queste condizioni si stabilisce una situazione di « stallo », ossia di neutralizzazione reciproca dei contrapposti arsenali nucleari. Fino a quando la precisione dei missili intercontinentali è stata piuttosto scarsa, questa impostazione strategica non ha avuto praticamente alternative. Il n1utamento sostanziale si è verificato quando è divenuta concreta la possibilità di ridurre, anche con gittate di 1nigliaia di chilometri, il margine di errore di tali armi ad un livello molto ridotto. Questa dduzione del margine di errore - i tecnici parlano di riduzione del CEP (cerchio di errore probabile) - ha introdotto, nel quadro preesistente, un elemento nuovo, carico nello stesso tempo di nuove prospettive e di nuove incognite: la possibilità di colpire direttamente le postazioni di lancio delle armi di rappresaglia avversarie. Da questa possibilità sono derivate conseguenze tecniche e strategiche di enorme portata, ed è derivata quindi anche una nuova corsa al perfezionamento ed al potenziamento delle armi strategiche. Soffermiamoci prima sulle conseguenze strategiche, la cui valutazione ha probabilmente innescato quella reazione a catena di 28
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