Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Maria Morra nel 1970 ha preso consistenza un'iniziativa da tempo progettata e tendente alla costituzione di un apposito ente per il miglioramento e lo sviluppo delle attività pescherecce, di dimensioni· regionali e possibilmente nazionali; ed è stata costituita un'apposita Commissione di operatori ed esperti, quale filiazione della sezione 1narittima della Consulta Economica Provinciale. d) Il mercato e la co111mercializzazione. - Ogni italiano consuma annualmente in media tra gli otto e gli undici chili di pesce: una quantità irrisoria rispetto agli altri paesi europei. Eppure l'Italia conta 7600 chilometri di coste su 9400 di confini, senza contare laghi, fiumi, stagni, canali. È estremamente difficile valutare il pesce consumato pro-capite ogni anno a Napoli; comunque si tratta di una quantità molto vicina alla media nazionale. Questo basso consumo non è dovuto al fatto che il pesce non piace, ma piuttosto al suo costo elevato. Basta dare un'occhiata ai prezzi esposti in una pescheria per convincersene: le alici, che sono tra i pesci a buon mercato, in media costano sulle 350 lire al chilo e possono raggiungere le 1.000. Gli sgombri 700 lire, i polpi 1.200; per un chilo di merluzzo si arriva a 4.000 lire, per uno di sogliole a 4.500; si spendono anche 6.000 lire per un chilo di spigole. Riuscire ad accertare nelle sue singole fasi il processo di formazione di questi prezzi è un'impresa estremamente difficile. I numerosi anelli della catena distributiva, mandatari, commissionari, grossisti, dettaglianti, sono concordi nel negare la propria responsabilità nei prezzi; data la deperibilità del prodotto, essi osservano, il rischio è grande. Ci sono poi i costi di trasporto, frigorifero, deposito, l'ige, i diritti di mercato. Per trovare il bandolo della matassa l'unica via è risalire alla produzione. Riportiamo testualmente quanto ha detto in un'intervista Giovanni De Martino, presidente della cooperativa di 230 pescatori di Mergellina: « Le maggiori quantità di pescato sono date da alici, sauri, sardine, e quando a Mergellina arriva una barca che ha tirato le reti piene di questi pesci li portian10 al mercato ittico dove noialtri delle cooperative di Mergellina, Santa Lucia, San Gennaro, che riuniamo circa 500 pescatori, abbia,mo un nostro posto di vendita. Ne ricaviamo circa 100 lire al chilo. Qualche volta [il prezzo] arriva a 200 lire, ma in estate, quando la pesca è più abbondante, scende anche sotto le 100 lire. Su' questo prezzo va calcolato un 10% che il commissario acquirente trattiene per provvigioni, ige e diritti comunali ... Il pesce più pregiato, in piccole quantità che non vale la pena portare al mercato, lo vendiamo direttamente ai rivenditori: saraghi, spigole, merluzzi li prendono a 2.000 114

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